JESI – Ancora nessuna risposta sull’atto di indirizzo del Comune per l’insediamento del biodigestore. Sono passati due mesi e nulla è pervenuto in piazza Indipendenza in merito all’accettazione delle prescrizioni approvate dall’aula consiliare. Resta inoltre il dilemma sulla localizzazione: area Interporto o ex Sadam? Il sopralluogo dei tecnici annunciato dal sindaco Massimo Bacci si è già svolto ed i piazzali di quello che fu lo zuccherificio sarebbero idonei. L’Ata Rifiuti, che ha proposto appunto Jesi per l’impianto di trattamento della frazione organica, dovrà decidere se l’operazione è fattibile.
«Dobbiamo attendere, non si sa bene cosa, per avere una risposta – commenta il sindaco Bacci -. Per realizzare tali impianti ci sono delle scadenze da rispettare, anche al fine di ottenere contributi governativi. Speriamo non sia la burocrazia a decidere, come purtroppo succede in questo paese».
Ferma restando la zona adiacente alla struttura intermodale della Vallesina, si sta valutando contestualmente via della Barchetta, vale a dire le vuote distese di cemento dell’ex zuccherificio. Il progetto di riconversione è sostanzialmente naufragato: non verrà costruito alcun megastore anche perché Sadam è in concordato preventivo. Il gruppo Maccaferri si è pertanto dichiarato disponibile a riflettere sul biodigestore: ciò significherebbe minore consumo di suolo, essendovi già un’area industriale dismessa.
C’è però chi storce il naso. Il comitato Tutela Salute Ambiente Vallesina ha organizzato un’assemblea pubblica il prossimo 5 ottobre, alle ore 17.30 all’Hotel Federico II per parlare del biodigestore. Si sta cercando di far tornare nel silenzio e nell’oblio la decisione, presa in piena estate dalla maggioranza jesina, di far diventare Jesi città “régia dei rifiuti”, nonché pattumiera -nella migliore delle ipotesi- dell’intera provincia – tuona il presidente Massimo Gianangeli -. La sedicente civica maggioranza ha infatti deciso che sì, il biodigestore provinciale di FORSU sarà realizzato proprio a Jesi. Dapprima, in sede di assemblea ATA, si è detta “disponibile” e poco dopo, con pochissimi momenti pubblici di informazione e dibattito, ha deciso di dare il proprio assenso a far insediare a Jesi un mega biodigestore per raccogliere i rifiuti umidi prodotti nel nostro ambito provinciale. Il silenzio calato sulla vicenda, sia da parte dei maggioranti jesini favorevoli sia dei tanti giusti oppositori conclamatisi la scorsa estate, non deve trarre in inganno: la questione non è affatto chiusa! Infatti, en passant, il sindaco in uno degli ultimi consigli ha detto che continuano le trattative con l’ATA per capire dove collocare questo benedetto/maledetto impianto. E così è apparso all’orizzonte anche quello che potrebbe essere un potenziale partner privato in questo bell’affare: parrebbe, infatti, ci siano trattative con il gruppo Maccaferri per piazzare il “pacco” nell’area dell’ex zuccherificio, ancora più vicino alla città. Altra nota dolente della questione, infatti, è proprio la privatizzazione dell’impianto, questione sempre tenuta nascosta dal Regio Sindaco fino al momento in cui l’atto non è arrivato in Consiglio Comunale».
Il dibattito continua..