Jesi-Fabriano

Jesi e il biodigestore, scontro totale

L'amministrazione Bacci ritira la disponibilità a ospitarlo, l'Ata reinserisce il sito fra i candidati e la maggioranza civica attacca: «Messi in vendita». Ma per Ata l'ha chiesto la Regione mentre Pd e Jesi in Comune dicono: «I civici lo volevano privato»

Un biodigestore
Un biodigestore per il trattamento dei rifiuti

JESI – È scontro totale, ancora una volta, sul tema biodigestore, l’impianto di trattamento della frazione organica della raccolta rifiuti che dovrebbe sorgere in provincia. L’amministrazione comunale di Jesi, che nell’agosto 2019 aveva dato disponibilità a ospitare l’impianto provando però a dettare le proprie condizioni, ha revocato il proprio sì alla luce del fatto che la sua proposta (società 51% privata e 49% pubblica per realizzazione e gestione) non era mai stata discussa in sede di Assemblea Ata. Ma questa, l’assemblea dei Comuni dell’Ambito sui rifiuti, ha martedì scorso comunque reinserito Jesi tra i siti candidati a sede del biodigestore. Con tanto di scintille fra i sindaci di Jesi e di Ancona Massimo Bacci e Valeria Mancinelli, da mesi al muro contro muro.

È allora al veleno la reazione delle liste di maggioranza a sostegno dell’amministrazione Bacci: «L’Ata targata Pd vuol svendere Jesi. Ci opporremo!». Un attacco a 360 gradi alla gestione dell’Ata, alla Mancinelli ma che tira in ballo anche le opposizioni consiliari del Pd locale e di Jesi in Comune. «È stata la Regione, con nota scritta, a chiedere espressamente di reinserire il sito di Jesi» è la risposta però dell’Ata, che chiama in causa l’ente regionale, non a guida Pd. Mentre per quanto riguarda i dem di Jesi e Jesi in Comune, entrambi, da posizioni opposte (sì per i primi al biodigestore, no per i secondi), evidenziano come a suo tempo fosse stata proprio l’amministrazione Bacci a dirsi favorevole alla sua realizzazione a Jesi. E dunque per il Pd quelle di Jesiamo, Jesinsieme, Patto per Jesi, sono «illazioni e falsità». Mentre per Jesi in Comune la maggioranza ha «memoria corta». Ma andiamo per ordine.

L’attacco della maggioranza Bacci sul biodigestore: «Jesi messa in vendita»

«Una messa in vendita in piena regola del territorio di Jesi da parte dei vertici del Partito Democratico capitanati dal Sindaco di Ancona Valeria Mancinelli». Questo sarebbe, per Jesiamo, Jesinsieme e Patto per Jesi, il reinserimento del sito di Jesi tra i papabili ad ospitare l’impianto da parte dell’Assemblea Ata. «Mai si era registrato che al no di un Comune, la scelta fosse sovvertita nell’Assemblea d’Ambito. Vedi la disponibilità data e poi ritirata da Castelplanio e Monte Roberto, tutti a guida Pd, in quei casi nel silenzio e nell’approvazione assoluta. Ormai chiaro che l’unico sito idoneo è Jesi. Chiara la condotta non trasparente da parte dell’Ata». I cui vertici sarebbero, secondo le liste a sostegno di Bacci, «inginocchiati ai voleri di un partito e di un Sindaco che vogliono mettere mano alla gestione rifiuti».

Massimo Bacci (Jesinsieme, Insieme Civico, Patto per Jesi, Jesiamo)

«Vorremmo sapere quale sia la posizione del Pd cittadino, calpestato dalla Mancinelli e silente al suo servizio. Sempre contrario a ospitare l’impianto in Consiglio, si trova ora a subire la decisione per volere superiore: si chiede ai consiglieri del Pd un atto di orgoglio, un minimo sussulto a difesa del territorio della propria città. O è troppo? E dove è Jesi in Comune – Laboratorio di Sinistra (alias Rifondazione Comunista – Sinistra Italiana) uniti alle prossime elezioni del 2022 con il Pd, ma con vedute già molto scricchiolanti sulla gestione rifiuti in capo ad ATA, anch’esso contrario all’ubicazione dell’impianto a Jesi ed ora costretto a dissociarsi, almeno per coerenza, dai loro stessi compagni di viaggio?».

Biodigestore, la posizione dell’Ata

«L’Assemblea dell’Ata 2 di Ancona è stata convocata in data 31 agosto 2021 dopo che la Regione Marche con nota scritta ha chiesto espressamente di reinserire il sito ubicato nel Comune di Jesi, precedentemente stralciato con emendamento proposto dal Comune di Jesi stesso» così l’organo d’Ambito. Spiega Ata: «L’Assemblea nell’ultima seduta ha discusso e approvato con ampia maggioranza una proposta di delibera per l’adozione del Piano di Ambito di Gestione Rifiuti. In tale delibera si prevede, rispetto alla versione già adottata nell’Assemblea dell’8 luglio scorso, il reintegro del sito ubicato nel Comune di Jesi nell’area “ex Sadam” nell’elenco di quelli ritenuti potenzialmente idonei per la futura  scelta della ubicazione dell’impianto». 

Il presidente della Provincia di Ancona e dell’Ata, Luigi Cerioni

Questo, viene chiarito, a seguito di «un rilievo  pervenuto a fine luglio dalla Regione, nell’ambito della procedura di Valutazione Ambientale Strategica, con il quale è  stata segnalata la necessità di riadottare  con tempestività  il Piano di Ambito nella versione originariamente proposta nell’Assemblea dell’8 Luglio», pena «una condizione di carattere assolutamente pregiudiziale al rilascio di un  parere favorevole di conformità al vigente Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti; parere necessario per la definitiva approvazione del Piano di Ambito».

Quanto alla scelta sulla migliore ubicazione, «verrà effettuata dall’ATA a seguito di ulteriori approfondimenti progettuali nella fase attuativa del Piano».

Biodigestore, il Pd di Jesi ribatte: «La maggioranza fino a ieri voleva l’impianto ma privato»

«Ancora una volta la maggioranza ha solo lo scopo di polemizzare sterilmente argomentando strumentalmente con fatti non veri- dice il segretario dem Stefano Bornigia– non penso sia utile rispondere a provocazioni di questo tipo ma è senz’altro necessario chiarire. Questa maggioranza fino a ieri era determinata, con atto approvato in Consiglio, a portare a Jesi il biodigestore prevedendone una gestione privata. In quel momento l’orgoglio di difendere il territorio non era sicuramente un tema poiché per l’Amministrazione Comunale la questione centrale era ed è il tipo di gestione, che poi l’assemblea Ata ha previsto pubblica, come noi crediamo debba essere. A quel punto la disponibilità ad accogliere il biodigestore è stata ritirata, per difendere non il territorio ma un tipo di gestione. Prima disponibili e poi come per capriccio contrari».

Il segretario del Pd di Jesi Stefano Bornigia

Prosegue Bornigia: «Aldilà delle considerazioni e conseguenti decisioni dell’Ata, il Pd di Jesi ha sempre avuto una posizione molto chiara e conosciuta sulla eventuale ubicazione del biodigestore: l’abbiamo sempre ritenuto un impianto utile e importante nel processo di smaltimento dei rifiuti. La nostra contrarietà è nata quando si è parlato dell’ubicazione in zona Coppetella e quando nell’atto approvato veniva prevista una gestione privata. Da allora la nostra posizione è stata sempre disponibile a discutere sull’ubicazione in area ex Sadam e distante dalle abitazioni, con una gestione saldamente in mano pubblica».

Biodigestore, Jesi in Comune: «Sempre contrari, era la maggioranza a volerlo»

«Effettivamente Jesi in comune ha sempre espresso la propria contrarietà all’ipotesi biodigestore alla Coppetella. L’unico sito di cui si è potuto discutere, visto che la Sadam è stata indicata direttamente dal Sindaco in un secondo momento- dice lo schieramento di opposizione- però all’epoca la Giunta jesina perorava questa ubicazione sul sito internet istituzionale e invitava in aula i tecnici Ata per essere spalleggiata, mentre il Comitato dei cittadini veniva accusato di essere “fuori dalla realtà”. Ora, siccome non è stato accettato il suo diktat nel quale si pretendeva la gestione privata, sua maestà esce dal campo e porta via il pallone. Rimane il dubbio: chi è che voleva “svendere Jesi” visto che fino a qualche mese fa la maggioranza era compattamente favorevole?

jesi in comune
In basso a sinistra i consiglieri di Jesi in Comune, Samuele Animali e Agnese Santareli insieme a Filippo Cingolani e simpatizzanti

Una precisazione. Come lista civica (lo dicono i numeri, le posizioni e le storie personali) non possiamo parlare a nome dei compagni di Sinistra italiana e Rifondazione; di certo l’equivoco non ci offende perché l’essere di sinistra l’abbiamo sempre rivendicato con orgoglio. Capiamo che è difficile da comprendere per chi si deve barcamenare tra ex progressisti e nostalgici fascisti».