JESI – La notizia è rimbalzata dalle chiacchiere ai social questa mattina 7 gennaio, con un’eco quasi di incredulità: pochi sapevano che Bruno Cartò, all’anagrafe Bruno Morganti, fosse ospite della Casa di riposo di Jesi. Alcuni pensavano con una certa tristezza che fosse mancato anni fa, tanto non lo si vedeva più in giro col suo inseparabile carrettino di ferro o a passeggio per le vie della sua amata città. Invece la chiacchiera è diventata certezza quando sono comparsi in giro i manifesti funebri: Bruno Morganti, Bruno Cartò, si è spento questa mattina alla Casa di riposo. Aveva 77 anni. La camera ardente è stata allestita alla Sala del Commiato di Ciccoli e Brunori (via don Battistoni) già domani, domenica, sarà possibile fare una visita prima della sepoltura. I funerali saranno celebrati lunedì 9 gennaio alle ore 14,30 nella chiesa Regina della Pace, accanto alla Casa di riposo.
Un personaggio conosciuto e amatissimo a Jesi, mite e sempre sorridente. Un pezzo storico della città, un po’ come i monumenti che se li spostano li cerchi. Bruno non lo si vedeva da un po’ in giro, vuoi per il Covid o per i suoi problemi di vista che gli impedivano di allontanarsi troppo dalla Casa di riposo dove era ospite. Poteva uscire e passeggiare, ma in centro non arrivava più. Quell’appellativo di “Cartò”, affibbiato fin da giovane quando il suo lavoro era la raccolta dei cartoni in giro da smaltire o riciclare, gli era rimasto addosso appiccicato come un’ombra che però a lui non dispiaceva, anzi. Era il suo marchio di fabbrica, che lo faceva sorridere. E nell’umiltà, nella dignitosa fatica con cui svolgeva il suo lavoro, tirando quel pesante carrettino di ferro carico di cartoni su e giù per le strade di Jesi, c’era tutta la sua grandezza. Ecco perché oggi Bruno ci manca così tanto: perché sono spariti quei sentimenti genuini che gli appartenevano, in una società fatta di apparenza dove l’umiltà è una distinta sconosciuta e dove più nessuno di spaccherebbe la schiena per tirare un carretto rischiando di essere pure sbeffeggiato da certi idioti. Ma degli altri Bruno se n’è sempre infischiato, lui che spesso chiacchierava da solo. Tifosissimo della Juve, era fiero di questa appartenenza calcistica. Un collettivo di Jesi, Fx, nel 2015 gli ha dedicato un murale proprio di fronte alla Casa di riposo, sulla recinzione muraria di villa Borgognoni. Somigliante, ironico e con quella smorfia che lo caratterizzava. Bruno era lì. E per tutti vi rimane, buono e umile, con quel suo carrettino che ancora qualcuno, negli anni, continuerà a cercare in giro per Jesi.