JESI – «Una bocciatura inaccettabile, che fa stridere i denti, fa male e cozza con tutto quello che il partito di maggioranza, il Pd, sostiene». Così Marialuisa Quaglieri, ex assessora ai servizi sociali del Comune di Jesi e oggi, dai banchi della minoranza nel gruppo di Jesiamo, consigliere comunale di opposizione, va all’attacco sul no di maggioranza e amministrazione di centrosinistra alla sua richiesta portata in discussione nell’ultima seduta: estendere, trovando i fondi, anche alle 35 famiglie jesine rimaste escluse sulla base della graduatoria del bando, l’erogazione del contributo una tantum fornito dall’Asp a soggetti in condizioni di difficoltà economiche per sostenerli nel pagamento di bollette o canoni di affitto. «Trentacinque famiglie per un contributo di 600 euro: un totale di 21mila euro da reperire– conteggia Quaglieri – cifra non certo enorme. Le risorse andavano e vanno trovate, nelle pieghe del bilancio o, come abbiamo fatto nell’emergenza della pandemia durante i nostri anni di amministrazione, individuando soluzioni alternative. È questo che deve fare la politica».
Nella sua mozione, Quaglieri aveva chiesto di «dotare in via straordinaria l’Asp delle somme necessarie al soddisfacimento delle domande non evase, stanziando una ulteriore somma che permetta di riaprire immediatamente il bando». Raccogliendo il voto a favore, oltre che dell’opposizione civica, anche dei consiglieri pure di minoranza di Fratelli d’Italia. «Stupita e dispiaciuta per il no della maggioranza- dice l’ex assessora – era una mozione sulla quale pensavo fosse semplice trovarsi d’accordo. Per l’esiguità della somma in ballo e per la sensibilità sul tema del disagio e delle difficoltà economiche che un partito come il Pd ha sempre detto di avere. Il no è stato giustificato parlando di mozione tecnica ma la mia era tutt’altro, era una mozione assolutamente politica: una scelta politica destinare o meno risorse a chi ha bisogno. E se si è detto che approvare avrebbe creato un precedente, io dico allora che il precedente sarebbe stato virtuoso».
Prosegue Quaglieri: «Non ho certo chiesto di spostare le risorse su questo da altri settori, riconoscendo chiaramente l’importanza di tutti i settori del sociale. Ma i fondi potevano e dovevano essere reperiti. Noi l’abbiamo fatto, inventandoci soluzioni differenti e vie alternative nei tempi più difficili della pandemia. Ad esempio ricorrendo alla generosità dei privati e passando per la Fondazione Vallesina Aiuta onlus che proprio per questo è stata creata. La maggioranza ci ripensi».
Caro bollette, il tema in Consiglio
«La volontà politica di aiutare chi è in difficoltà non è in discussione – aveva risposto in Consiglio sul tema il sindaco Lorenzo Fiordelmondo – ma prima c’è da vagliare se le risorse ci sono. Se sì, le metteremo sicuramente a disposizione. Se non ci sono, spiegheremo perché. Ma così come posta, la mozione è strumentale: chiede un impegno tecnico, di spostare danari in bilancio. Così com’è non può essere approvata».
Ha riferito l’assessore ai servizi sociali Samuele Animali: «A Jesi sono state accolte 224 domande valide, 104 sono state escluse per motivi diversi. Le risorse a disposizione hanno permesso di finanziarne 146. Asp ha deciso di destinare ulteriori 25mila euro del Fondo di Garanzia Covid e sono state finanziare altre 43 domande per un totale di 189, l’84,4% del totale». Ne restano 35. «La mozione chiedeva di individuare immediatamente risorse del bilancio, peraltro redatto dalla precedente amministrazione, a discapito di altri servizi, senza indicarli. Il bilancio corrente, in questo momento, non ha spazi di questo tipo. L’aumento dei costi energetici ha generato difficoltà enormi anche sulla spesa corrente, che va continuamente rifinanziata. L’amministrazione è impegnata a verificare come reperire risorse aggiuntive, senza penalizzare gli altri servizi per disabili, anziani, povertà estreme, casa».