JESI – Caterpillar: alla scadenza, ieri 13 aprile, della proroga della procedura di licenziamento collettivo che la multinazionale americana aveva aperto il 10 dicembre scorso, c’è la firma sull’accordo con IMR. Saranno 103, dei 189 a tempo indeterminato per cui la procedura era stata avviata, i dipendenti dello stabilimento di via Roncaglia che passeranno nella nuova realtà.
Un accordo col brivido, dato che la soglia minima delle 150 adesioni originariamente fissata per la validità dell’operazione fra il gruppo di Carate Brianza e Caterpillar (la seconda riconoscerà al primo una “dote” economica per ciascun lavoratore assorbito), la si è dovuta considerevolmente abbassare, fino a 95. Una grossa fetta di lavoratrici e lavoratori infatti non ha dato la propria pre-adesione alla proposta di lavoro di Imr e avrebbe preferito puntare su una eventuale buonuscita. Ora, per l’ultimo passo, le preadesioni dovranno essere confermate in tempi brevi.
Soddisfatto l’assessore regionale al lavoro Stefano Aguzzi: «Dopo mesi di trattative, in cui la Regione Marche ha sempre tenuto un atteggiamento collaborativo, ma estremamente deciso nel pretendere l’interessamento del Mise e poi nel far coincidere le esigenze delle parti per raggiungere un accordo, siamo arrivati alla conclusione. Per tutto il lavoro svolto, al fine di arrivare a questo importante obiettivo, mi dico fortemente soddisfatto: questi mesi di grande impegno per tutto il mio assessorato hanno portato alla conferma delle attività lavorative per tutti coloro che hanno aderito all’accordo, la maggior parte dei lavoratori; per chi invece ha deciso di non aderire ci sarà un accompagnamento di uscita tramite cassa integrazione, Naspi e incentivo. Oltre a questo, la mia soddisfazione deriva dal fatto che una realtà produttiva storica e radicata nel tessuto sociale e economico di Jesi, derivata dalla ex Sima Industrie poi diventata Caterpillar, possa continuare a mantenere la sua presenza anche se con una attività diversa: sarebbe stata una amara sconfitta avere invece un capannone vuoto nella zona industriale della città. Infine, voglio dimostrare il mio compiacimento per il rientro nella nostra regione di un’attività che era stata precedentemente delocalizzata in Polonia e che la ditta IMR ha deciso di riportare in Italia, nel sito di Jesi».