Jesi-Fabriano

Jesi, centro storico: esposto alla Procura dei residenti prima della riapertura dei locali

Presentato il 3 dicembre, ne dà notizia il Comitato Abitanti. «Da mesi triste scenario nei week-end di condotte moleste e violente, solo il coprifuoco ha arginato il fenomeno. Soluzioni prima del libera tutti»

Il centro storico di Jesi
Il centro storico di Jesi dal campanile del Duomo

JESI – «Si rappresenta che in data 3 dicembre 2020 alcuni residenti del centro storico molti dei quali aderenti al Comitato Abitanti Centro Storico, da sempre impegnato nella tutela e valorizzazione del territorio, hanno depositato tramite l’Avvocato Silvia Bugatti, un esposto presso la Procura della Repubblica di Ancona». A renderlo noto è il Comitato, alla vigilia della parziale riapertura, diurna, di bar, ristoranti e esercizi di somministrazione.

I controlli dei Carabinieri nel centro storico di Jesi

«Il centro storico di Jesi- afferma il Comitato- funge da mesi oramai, quale triste scenario nei week- end, di condotte moleste e violente poste in essere da gruppi di persone che si riversano lungo le strade ubriache e urlanti le quali, provocano schiamazzi intollerabili nonché, urinano defecano e vomitano ovunque. Il tutto fino a notte fonda. I residenti sono stati aggrediti, minacciati nonché alcuni hanno altresì rinvenuto degli involucri, presumibilmente per la cessione di sostanze stupefacenti, all’interno dei contatori usati come luogo di scambio e cessione. Alle molestie, al rumore e al degrado, consegue altresì lo sfregio del patrimonio con il danneggiamento dei beni immobili e mobili di proprietà dei residenti».

Proseguono i residenti: «Il fenomeno non si è arrestato nel periodo di emergenza sanitaria, anzi, il divieto di assembramento davanti ai locali ha agevolato la presa d’ assalto dei vicoli del centro, dove gli avventori in stato di alterazione psico – fisica speravano di sfuggire da occhi indiscreti. Solo l’attuale coprifuoco legato al lockdown e la chiusura dei locali per la collocazione della regione Marche in zona arancione hanno arginato “momentaneamente” il fenomeno.  L’iniziativa si è resa necessaria in quanto ogni tentativo di contatto e confronto con la locale pubblica amministrazione e con i gestori dei locali, per tentare di approdare a strategie condivise di gestione del problema, si è rivelato vano».

Ancora, «Quanto accaduto come dettagliato nell’esposto e ampiamente documentato, secondo l’opinione dei sottoscrittori, integra condotte penalmente rilevanti che debbono essere debitamente attenzionate dalle preposte Autorità. La situazione emergenziale sarà, come tutti auspichiamo, destinata a terminare, pertanto è necessario affrontare il problema ora e approntare delle soluzioni che possano arginare la situazione creatasi e evitare un ulteriore aggravamento della stessa con il riprendere delle ordinarie attività. La presenza di locali in centro storico è un elemento di positività, questi contribuiscono alla vivacità sociale e culturale della città. Il concetto che i residenti siano contrari alla presenza dei locali in centro e alla cosiddetta “movida” è errato, ed è stato lasciato sempre emergere con troppa facilità esclusivamente perché meno impegnativo piuttosto che, riconoscere la necessità di una gestione diversa, responsabile e condivisa. Forse è mancata una distribuzione nel territorio più sostenibile, una gestione e organizzazione rispettosa del Centro, delle sue bellezze monumentali, dei palazzi storici e di chi li abita tenendoli vivi, in un contesto che si renda attivo e ricco anche di iniziative culturali che non riducano l’interesse dei giovani e dei frequentatori al solo bere. Necessita una Gestione nuova che deve contemperare quindi i diritti di tutti i soggetti coinvolti, perché il centro storico non è un contenitore di mero svago dei fine settimana, ma anche il luogo ove le persone vivono, lavorano e investono. Si è convinti  che le situazioni problematiche denunciate si possano risolvere non in Emergenza, ma pensando e programmando le soluzioni fattibili e soddisfacenti per tutti proprio ora che si è in stand-by prima che ci sia il “libera tutti”!».