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Jesi: la Cina è qui, il mondo dell’auto guarda a Oriente. Il Gruppo Pieralisi coglie la sfida con OMODA & JAECOO – VIDEO

Lo sbarco in grande stile sul mercato europeo dei prodotti dell’industria automobilistica cinese e dei modelli delle multinazionali del Paese del Dragone è uno dei grandi temi dell’attualità. Ne abbiamo parlato con il Gruppo Pieralisi, protagonista storico del settore sul territorio

JESI – La Cina è vicina. Anzi, è qui. Lo sbarco in grande stile sul mercato europeo dei prodotti dell’industria automobilistica cinese e dei modelli delle multinazionali del Paese del Dragone è uno dei grandi temi dell’attualità. E di sicuro quello intorno al quale si gioca tanta parte del futuro di un comparto da sempre centrale. L’auto cinese è già realtà al Gruppo Pieralisi, protagonista storico del settore sul territorio che svolta – e già da un po’ lo si è potuto notare anche sull’esterno del quartiere generale di via Ancona a Jesi – guardando ad Oriente. Il passaggio è per tanti versi epocale per tutto il Vecchio Continente ed è allora prezioso su questo raccogliere il punto di vista di chi, nel mondo dell’auto, è da sempre in prima linea. Ne abbiamo parlato con Giovanni Pieralisi, che insieme alla sorella Marta e ai cugini Enrico e Luca proseguono oggi alla guida del Gruppo sul solco tracciato dagli indimenticati fondatori Luigi e Ubaldo nel 1958.

OMODA & JAECOO: sono i marchi che il colosso dell’auto cinese Chery porta sul mercato italiano. Come è nata questa opportunità per il gruppo Pieralisi?

«L’abbiamo colta l’anno scorso, quando questo gruppo, Chery, attraverso figure che già conoscevamo all’interno di Stellantis, ci ha offerto di coprire il mercato con i due nuovi brand OMODA & JAECOO per la parte centro nord delle Marche. Abbiamo cercato allora di valutare se i prodotti potevano essere compatibili con il tipo di mercato che già avevamo servito negli anni in quanto il nostro core business è per la maggior parte un segmento B (utilitarie dalle dimensioni compatte, nda). Questi nuovi marchi invece sono diventati subito interessanti, perché occupano un segmento premium e potevano significare per noi compensare una gamma che nel tempo stava comunque alzandosi di livello. Dopo uno scambio di vedute online direttamente con la multinazionale, abbiamo compreso che loro stavano cercando di sviluppare una rete in Europa molto solida e stabile e di creare un’immagine forte, dove marchi OMODA & JAECOO sarebbero andati a competere con le più blasonate Case automobilistiche europee. E abbiamo detto sì»

Che cosa porta l’industria cinese dell’auto sul nostro mercato?

«La domanda è complessa, perché nell’arco di due anni, se ci vogliamo mettere anche il 2025, la Cina arriverà in Europa con tanti marchi quanti ce ne sono già, circa una trentina. Ed è dunque difficile centrare l’industria automobilistica cinese con un semplice aggettivo. Questa che abbiamo qui è una produzione di livello alto, perché noi siamo andati a cercare proprio uno standard qualitativo di quel tipo, insieme allo sviluppo della rete assistenza e di una straordinaria estensione di garanzia compresa nel prezzo di ben sette anni. Sono stati questi gli elementi che hanno proiettato il Gruppo Pieralisi a ponderare con attenzione questa nuova sfida, perché in più di 60 anni di storia, l’azienda ha sempre cercato di assistere la propria clientela anche e soprattutto nel periodo più importante del post-vendita. ».

Come si sta dunque muovendo, alla luce delle novità, una realtà del mondo dell’auto come il Gruppo Pieralisi?

«Noi non lasceremo mai la strada da dove veniamo. Continueremo a vendere Citroën e tutto quello che il marchio Stellantis ci offre. Ma in questo momento è quasi impossibile, per chi sta nel settore dell’auto, fare a meno di parlare cinese. Perché indubbiamente le realtà dell’industria automobilistica cinese hanno un ingresso in Europa talmente forte e impattante che, chi non sceglie comunque di mixare tra brand e prodotti, a mio parere è destinato a rimanere indietro».

Quali le opportunità che si aprono per il consumatore?

«In special modo OMODA & JAECOO offrono comunque uno standard qualitativo alto e un comfort e una esperienza di guida molto interessanti. Abbiamo iniziato ad affrontare il mercato ormai dall’inizio dell’estate scorsa ma diciamo che fondamentalmente in Italia è adesso che si parte. Possiamo parlare di via da settembre, le persone stanno rispondendo molto bene. Chi la vettura ce l’ha già da un mese, ne apprezza le qualità. E quello che per noi è più interessante, il feedback che abbiamo ricevuto e che continuiamo a ricevere all’interno degli showroom, è che il cliente scopre di trovarsi di fronte a un prodotto che non è low cost, come potrebbe immaginare chi si trova a testare il mondo cinese, ma è in realtà un prodotto per il quale, una volta conosciuto, tutti quanti pensano che il costo sia inferiore a quello che vale. E questo è un feedback che viene confermato di continuo da chi la vettura già ce l’ha».

È il futuro che va colto?

«È una sfida. E come tutte le sfide deve essere confermata. Al momento il prodotto c’è e va bene, noi lo stiamo utilizzando in maniera intensiva alla PAN autonoleggio ormai da un anno. E abbiamo snellito molto anche quello che è il confronto col cliente. Perché i brand europei che siamo soliti offrire, hanno alcune caratteristiche che sono ormai un pochino anacronistiche. Una è che le vetture vanno “costruite”: si parte da un prezzo start molto basso ma poi vanno agganciati tutti gli optional di cui si ha bisogno e quindi, alla fine, questo prezzo tende a lievitare, inasprendo subito il confronto con la clientela. In questo caso il modo cinese è molto più netto: questi sono i modelli e hanno già tutto. Anche per il cliente, tutto diventa molto più trasparente: questa è l’auto, questo è il costo, non devi aggiungere nulla, c’è tutto. Una maniera di procedere che probabilmente verrà in qualche maniera modificata anche delle Case costruttive europee, perché stanno soffrendo».