JESI – “Città marchigiana della cultura 2018“. La nostra città può da oggi, 24 giugno, fregiarsi anche di questo titolo assegnatole dall’associazione culturale “Le Cento Città“, con sede ad Ancona.
La cerimonia questa mattina, nell’aula consiliare del Comune, alla presenza del presidente dell’associazione, Giorgio Rossi, del sindaco Massimo Bacci, dell’assessore alla cultura, Luca Butini e di Mauro Magagnini, membro dell stessa associazione.
Come recita la targa consegnata al Sindaco, che racchiude anche lo spirito dello statuto associativo, la scelta da parte del direttivo è caduta su Jesi “considerata e riconosciuta la rilevante attività svolta negli anni a favore di durevoli iniziative di carattere culturale“.
Presenti, tra gli altri, consiglieri comunali, Giancarlo Catani, Emanuela Marguccio, Linda Elezi, Matteo Baleani, gli assessori Marialuisa Quaglieri, Paola Lenti, Roberto Renzi, Ugo Coltorti, il presidente del Consiglio comunale, Daniele Massaccesi, la vice presidente della Fondazione Federico II Hohenstaufen, Franca Tacconi.
«È un onore ricevere questo riconoscimento – ha sottolineato il Sindaco – per l’attività svolta in questi sei anni di amministrazione. Il nostro obiettivo è quello di rafforzare il senso di appartenenza con un’offerta culturale che travalichi il territorio. Abbiamo realizzato o portato a compimento strutture importanti come la Salara, il museo archeologico, il museo multimediale federiciano “Stupor Mundi“, grazie al mecenatismo di Gennaro Pieralisi, l’Istituto marchigiano di enogastronomia, l’Ime, un vero e proprio museo del gusto. Stiamo raddoppiando la presenza di turisti dal nord Europa anche se i numeri, in assoluto, non sono ancora grandi ma indicano un trend estremamente positivo».
Il presidente Giorgio Rossi, originario di Serra San Quirico, ha evidenziato come Jesi sia «Una splendida città che conosco sin da ragazzo. Questo riconoscimento va a una città che si è distinta per quantità, qualità, varietà, durevolezza, pluralità dei soggetti coinvolti in eventi culturali. Nelle Marche la cultura locale è più importante dei soldi».
Ha rivelato, poi, che in occasione dell’inaugurazione dello “Stupor Mundi” – un anno fa – il direttore della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, Peter Aufreiter, gli aveva confidato che siccome in pochi mesi era già la seconda volta che si inaugurava un museo a Jesi – l’altro era stato l’archeologico a dicembre 2017 -, sarebbe stato meglio farla finita «Perché altrimenti le altre città saranno gelose».
Riconoscimento che «Ci gratifica – ha sostenuto Butini, elogiato dallo stesso Rossi – ma che ci impone una riflessione su quanto abbiamo fatto e su ciò che dobbiamo ancora fare, mantenendo la nostra linea guida che si riferisce alla ricostruzione e al rafforzamento dell’identità di Jesi e del territorio. Le risorse destinate alla cultura sono importanti e il nostro intento è quello di lasciare una città migliore rispetto a quella che abbiamo trovato».
Mauro Magagnini ha profuso, nel suo intervento, parole per un lungo atto d’amore verso la sua città, augurandosi anche l’apertura di un museo dedicato a Valeria Moriconi.
Gli associati hanno poi potuto godere di una visita in Pinacoteca, dove Giorgio Mangani ha illustrato la vita di un altro grande jesino, del XVI secolo, Angelo Colocci, sul quale ha scritto il libro “La bellezza del numero“, e al museo archeologico, accompagnati dall’archeologa Sara Capriotti. Tappa finale, e non poteva essere altrimenti, all’Istituto di enogastronomia di via Conti per gustare profumi e sapori delle Marche.