Jesi-Fabriano

Jesi Città Regia, un titolo che “innamora” ancora

Se andrà in porto la riattribuzione, cambierà l'intestazione dei manifesti del Comune. Una qualifica ascritta a Federico II e, anche se "non si trova" il documento originale, la tradizione gioca a favore

L'edicola di Palazzo della Signoria con il leone rampante coronato
L'edicola di Palazzo della Signoria con il leone rampante coronato

JESI – Ecco come potrebbero riapparire nell’intestazione i manifesti di provenienza comunale tra qualche tempo.

Quando non è dato saperlo, ancora. L’unica cosa certa è che, come è noto, la Giunta, proprio su proposta del presidente dell’assise cittadina, Daniele Massaccesi, votata a maggioranza, s’è impegnata ad “attivare ogni necessaria procedura per veder attribuita (o riattribuita) a Jesi, e se previsto o dovuto anche dalle competenti Autorità, il titolo di “Regia Città” o “Città Regia” così riappropriandosi di quella che era stata una importante peculiarità, nel tempo, della nostra città“.

La macchina, dunque, s’è messa in moto – vedremo dove sarà capace di arrivare – e il manifesto che vi proponiamo, risalente proprio al 5 dicembre del 1935, presenta un “concorso a premi di nuzialità” destinato alle coppie meno abbienti della “Regia Città di Jesi”.

Ed è interessante cogliere, come ha fatto Paola Cocola, docente di scuola primaria e giornalista pubblicista, in un suo articolo, quello che ne scrisse a sua volta Vitaliano Cinti nel 1993.

Il quale nota che “chi in quella fine del 1927 e inizi del 1928 avesse letto bene l’intestazione dei manifesti municipali, avrebbe visto spuntare un appellativo ormai sepolto nella memoria di molti. In luogo del tradizionale “Municipio di Jesi” era, infatti, scritto, ‘Regia Città di Jesi’”.

Il manifesto
Il manifesto

Regia era una parola che l’innamorava, proprio perché rievocava un passato lontano, lontanissimo di cui aveva sentito favoleggiare fin da bambino… il titolo deriva da un antichissimo privilegio concesso a Jesi da Federico II che, per avergli dato i natali, aveva gratificato Jesi, oltre che del titolo, anche dello stemma del leone incoronato… Fa niente che non c’era, o meglio non si trovava più, il documento originale che avallava la qualifica, ma c’era la tradizione secolare…”.

In nome di questa “tradizione secolare”, perciò, si rispolvera, per riportarlo a brillare, un titolo che molti considerano come l’argenteria di famiglia.

Un titolo i cui fautori – c’è anche un Comitato omonimo a sostegno – considerano volano necessario e importante per il rilancio e la crescita della città e del territorio, a partire dall’immagine.

Un brand regale che per affermarsi andrà riempito di sostanza, al di là delle intenzioni e delle belle parole.

Anche perché non solo allo jesino del 1928 ma anche all’attuale sembra proprio che quel “regia ancora l’innamori.

 

 

 

 

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