Jesi-Fabriano

Jesi, cittadinanza onoraria a Liliana Segre a fine novembre

Il presidente del consiglio comunale Daniele Massaccesi, che ha lanciato la proposta, vorrebbe giungere a una sintesi bipartisan sulla mozione così da approvarla in occasione della prossima seduta consiliare

Giovanni Balducci, candidato sindaco del Pd a Fabriano

JESI – La cittadinanza onoraria a Liliana Segre potrebbe essere ratificata già a fine novembre. Daniele Massaccesi, presidente del consiglio comunale nonché promotore della proposta, non vuole perdere tempo e conta di concordare il testo della mozione con maggioranza e opposizione in modo da portarla in approvazione per il 26 novembre, giornata in cui è programmata la seduta consiliare.

«Mi piacerebbe che la mozione ricevesse tutte le firme e poi fosse votata da tutti», è l’auspicio di Massaccesi, che ha motivato la sua idea osservando che «all’odio si risponde con semplicità, fermezza e con gesti responsabili per dimostrare concretamente di essere contro l’antisemitismo e il razzismo».

Tutti hanno preso la parola per appoggiare la proposta del presidente consiliare, tranne Marco Giampaoletti della Lega, che spiega così il suo silenzio. «La Lega ha scelto di astenersi – evidenzia il consigliere di minoranza – perché, pur esprimendo piena e totale solidarietà alla senatrice Segre per le minacce ricevute, ritiene che non si possa, seguendo l’onda emotiva, strumentalizzare le vicende umane per fini propagandistici. La Segre non ha, né ha mai avuto, rapporti diretti con Jesi. Sarebbe più logico, allora, insignire di tale onorificenza chi, per la libertà cittadina è stato barbaramente trucidato, come i sette Martiri di Montecappone. La Lega è concorde nel mantenere vivo il ricordo delle atrocità commesse dal nazismo, come quelle commesse dal comunismo di Tito o come, parallelamente, alle atrocità di mafia e camorra. Ma non conferendo un “titolo” di cui riempirsi la bocca per avere risalto mediatico. È certo è strano che questa proposta venga fatta a ridosso dell’approvazione della cosiddetta “Commissione Segre”, che di fatto mette il bavaglio alla libera espressione o, per meglio dire, a chi non si uniforma al pensiero comune di chi pensa di essere sempre nel giusto. Si vuol mettere le mani avanti, per non aver problemi?».

La Commissione Segre, come da testo della mozione approvata in Parlamento, «ha compiti di osservazione, studio e iniziativa per l’indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche». Si fa esplicito riferimento al cosidetto “hate speech”, vale a dire – stando sempre alla definizione fornita dalla mozione – «tutte le forme di incitamento o giustificazione dell’odio razziale, xenofobia, antisemitismo, antislamismo, antigitanismo, discriminazione verso minoranze e immigrati sorrette da etnocentrismo o nazionalismo aggressivo».

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