JESI – Una folla commossa ha stretto oggi pomeriggio in un abbraccio di vicinanza e solidarietà la famiglia di Marco Silvestri, per l’ultimo saluto a Marco Taxi. Nel giorno del funerale la chiesa di San Giuseppe era gremita dentro e fuori di amici, parenti, conoscenti e persino colleghi che hanno voluto partecipare all’ultimo saluto Marco Taxi, così era conosciuto da tutti il caro Marco, padre di 2 figli Mattia e Sara.
Marco si è spento a 49 anni dopo aver lottato contro una terribile malattia che purtroppo non gli ha lasciato scampo. Oggi a salutarlo c’era tutta la comunità, non solo i ragazzi che accompagnava in discoteca assicurandosi di riportarli a casa sani e salvi, ma c’erano anche tanti amici che con lui hanno condiviso momenti spensierati e allegri.
Il parroco Don Giuliano Fiorentini nella sua omelia ha cercato di trovare parole di fede per la moglie Valeria, per i genitori e il fratello di Marco, per quanti non accettano questo epilogo così doloroso. Parole per far comprendere il disegno divino. Ha parlato di relazioni, Don Giuliano, perché come ha detto “siamo tutti fatti di relazioni e quando siamo costretti a salutare qualcuno, come oggi Marco, è come se dovessimo salutare per sempre una parte di noi, quella parte che ci lega alla persona che non c’è più e non sappiamo poi che fine farà… Vorremmo che dopo questa vita ci fosse qualcosa, qualcuno che abbracci la nostra anima, ma è difficile capire questo come è difficile capire il progetto di Dio“. Nella sua omelia Don Giuliano ha fatto riferimento alla parabola di Giobbe.
Giobbe dalla fede incrollabile anche quando Dio lo ha messo di fronte a tante disgrazie. “Anche dopo morti noi apparterremo a qualcuno, nessuno ci lascerà mai soli – ha aggiunto – anche se capita spesso di chiedersi come mai siamo costretti a subire l’ingiustizia, noi che ci siamo sempre comportati bene e non abbiamo risposta da Dio perché il nostro è un Dio silenzioso. La risposta – continua ancora Don Giuliano Fiorentini – arriva dal Vangelo di Luca: il nostro non è il Dio dei greci che si divertiva con il destino degli uomini, il nostro Dio è differente. È un Dio che si è fatto uomo ed è stato ingiustamente condannato”. Dunque nella sua omelia Don Giuliano fa appello alla fede per aiutarci a comprendere che esiste un oggi di Dio, un tempo in cui saremo amati da Dio anche dopo la morte e fa appello a ciascuno dei presenti, affinché venga accesa nel cuore di ciascuno la speranza e la forza di guardare al futuro, nonostante il dolore cali come un velo sul cuore, specie in circostanze tristi, come il dover salutare le persone che amiamo. Al termine della cerimonia funebre, il feretro di legno chiaro coperto di fiori bianchi ha lasciato la chiesa di San Giuseppe alla volta del crematorio. Le ceneri saranno poi tumulate al cimitero di Jesi e Marco finalmente libero dal male potrà riposare.