JESI – Prima il piano di ristrutturazione decennale, mai partito, poi il progetto di autorecupero. Ma nulla. Il complesso San Martino, situato in uno dei punti più in vista del centro storico, resta così com’è. E rischia seriamente l’abbandono, dunque l’ulteriore degrado. Doveva essere riqualificato con nuovi appartamenti costruiti direttamente dai futuri proprietari, che hanno però preferito orientarsi sull’immobile San Nicolò (ex Giuseppine) di piazza Pergolesi. Due le motivazioni di fondo: gli elevati costi di recupero del San Martino dovuti prevalentemente al suo pregio storico architettonico, confermato dal provvedimento di tutela monumentale da parte del Ministero preposto, e le problematiche relative al parziale recupero del complesso, dal momento che il progetto prevedeva solamente la sistemazione di una ridotta porzione dell’immobile (sita lungo via Palestro) con conseguente permanenza di condizioni di degrado non compatibili con la destinazione residenziale.
La cooperativa ha ottenuto circa 560 mila euro per attuare il progetto, un contributo che verrà ovviamente dirottato sul San Nicolò, di proprietà di due ditte private, che ospiterà anche servizi di interesse pubblico, fra i quali la struttura del “dopo di noi” destinata a soggetti con gravi forme di disabilità e finanziata con il lascito testamentario di Daniela Cesarini.
In passato, considerata l’estensione del San Martino, si è tentato persino di venderlo, ma senza successo. Buona parte dell’immobile è in stato di avanzato degrado, come di fatto rilevato dagli stessi promotori dell’autorecupero, e il Comune non può certo permettersi un investimento così consistente per sistemarlo e farlo rifiorire. Si cercheranno probabilmente finanziamenti sovralocali, ma l’operazione si preannuncia già difficilissima. Insomma, il nuovo corso Matteotti, qualora venisse realizzato, dovrà fare i conti con un complesso immobiliare in stato di forte incuria.