JESI – Sono 57 gli alloggi di proprietà pubblica in città, 33 dei quali destinati all’emergenza abitativa. Fra questi, 25 sono regolarmente assegnati e per essi è applicato il canone di locazione determinato secondo le norme regionali dell’edilizia popolare, 4 alloggi sono liberi ma interessati da interventi di risanamento, 2 alloggi devono essere ceduti all’Erap, un alloggio è occupato abusivamente ed è in corso la procedura di legge finalizzata allo sgombero, 2 sono liberi e pronti per la nuova assegnazione. Non sono comprese le unità abitative del chiostro S. Agostino per le quali è prevista la cessione.
E i locali? Secondo la ricognizione effettuata dai tecnici comunali, sono 22 le unità commerciali di proprietà, fra le quali – solo per citare quelle di una certa rilevanza economica – gli spazi utilizzati dal Caffè Imperiale sotto l’Arco del Magistrato, i locali occupati da JesiServizi srl presso la residenza municipale e palazzo Balleani di via F. Conti 5 (sede dell’Istituto Marchigiano di Enogastronomia). In questo gruppo sono compresi inoltre la caserma dei Carabinieri all’ex Appannaggio, alcuni locali utilizzati dal Comune (magazzini in costa Baldassini), ed altri magazzini di minore importanza affittati a privati e in maggioranza ubicati presso il chiostro S. Agostino. L’edificio che ospitava l’asilo nido privato Cepi in via Finlandia è stato dichiarato inagibile a seguito dei controlli post sisma e quindi risulta non più affittato.
Al catasto fabbricati risultano addirittura iscritte come appartenenti al Comune 15 unità immobiliari che sono state invece demolite in epoche precedenti, in occasione di ampliamenti di alcune sedi viarie, senza che sia stata poi registrato il loro avvenuto abbattimento. Dal punto di vista delle alienazioni, nel corso dell’anno è stato venduto l’ultimo appartamento derivante dall’eredità Cesarini in via Imbriani.