JESI – «Sui rincari del costo dell’energia e l’aumento della spesa per la illuminazione pubblica, ci siamo confrontati col gestore Jesi Servizi e abbiamo deciso insieme lo spegnimento delle luci architettoniche. Ovvero quelle che illuminano in particolare le mura e le emergenze architettoniche della città, che resteranno accese solo nei festivi e prefestivi». Lo ha detto stamane il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo, nell’ambito delle sue comunicazioni al Consiglio comunale, in corso di svolgimento.
«Una scelta presa anche per dare un segnale sul tema» ha detto il sindaco. In tema di caro energia, il Comune di Jesi aveva valutato ben oltre un milione di euro di incremento delle spese per i consumi. Lo stesso sindaco Fiordelmondo aveva spiegato: «La previsione degli uffici è ad oggi di maggiori spese in bilancio legate alle utenze per un milione e 200 mila euro. Al momento l’ente può essere in grado di fronteggiarle grazie ad un residuo in cassa di fondi Covid, agli stanziamenti decisi dal Governo proprio per fronteggiare tale situazione e ad altre risorse disponibili. La previsione è stimata sulla base delle condizioni attuali ma non sappiamo ancora che potrà accadere. E non è certo pensabile sostenere un andamento simile a tempo indefinito».
L’illuminazione pubblica in città è fresca di rifacimento in via di conclusione. La gestione dell’illuminazione è in mano alla JesiServizi, l’incarico è ventennale: a JesiServizi il Comune trasferisce un canone annuo di 854 mila euro, corrispondente alla cifra che veniva spesa ogni dodici mesi per i consumi di energia elettrica e gli interventi di manutenzione. Un conto complessivo da oltre 17 milioni di euro in vent’anni, nel quadro del quale ricavare le risorse necessarie alla progressiva sostituzione degli attuali punti luce con lampade al led che «garantiranno una migliore visibilità assicurando – spiega piazza Indipendenza – un significativo risparmio energetico e, di conseguenza, economico». Ma questo prima dello scoppio del caro energia.