JESI – Centonovantasette giornate lavorative non retribuite in favore della collettività. È la condanna inflitta dal tribunale di Ancona a un cittadino, in sostituzione della pena detentiva e pecuniaria. Prenderà servizio a breve un paio d’ore al giorno, e potrà essere impiegato dal Comune, in virtù di una convenzione con il Ministero della Giustizia, in servizi di protezione civile, tutela del patrimonio ambientale, manutenzione e decoro di beni del patrimonio pubblico o attività nel campo della sicurezza e della educazione stradale.
La legge stabilisce infatti che il giudice, ad esplicita richiesta degli stessi condannati, possa emettere, al posto di pene detentive o pecuniarie, una sentenza che preveda un lavoro di pubblica utilità consistente nella prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività da svolgere, per il determinato periodo fissato dal giudice stesso, presso gli enti pubblici appositamente convenzionati.
Tale possibilità è limitata ai soggetti che hanno violato il Codice della Strada, principalmente per guida in stato di ebbrezza in conseguenza dell’uso di bevande alcoliche, a patto che non abbiano provocato incidenti stradali. Non è prevista, ovviamente, alcuna retribuzione. Nella maggior parte dei casi, il Comune ha utilizzato queste persone per la manutenzione di strade e aree verdi.
Il Comune può avvalersi del lavoro di max. 10 persone l’anno, come stabilito dalla stessa convenzione.