Jesi-Fabriano

Jesi, Consiglio aperto sul progetto Edison: la palla ai cittadini?

Dagli atti approvati in aula dalle forze politiche escono fuori gli impegni a una consultazione della popolazione, ad una istruttoria e ad una inchiesta pubbliche sul tema. Proteste e toni alti, l'azienda: «Entità contenuta dell'amianto coinvolto»

Il Consiglio comunale aperto sul tema Edison

JESI – La «consultazione della popolazione» inserita, con un emendamento del sindaco Lorenzo Fiordelmondo, nella mozione approvata dalla maggioranza (astenuto come aveva anticipato Luciano Montesi del gruppo misto mentre Lorena Santarelli dei Repubblicani Europei, che pure aveva espresso il suo favore, intervenendo, non era presente al momento della votazione). Ma anche istruttoria pubblica e inchiesta pubblica che avevano chiesto le liste civiche di opposizione con una mozione, “recuperate” all’interno di una risoluzione votata oltre che dalla maggioranza da Per Jesi e Patto x Jesi e con l’astensione di Tommaso Cioncolini di Jesiamo. Mentre Fratelli d’Italia rivendica di essere stata l’unica, votando la sua mozione – respinta – in cui chiedeva all’amministrazione di impegnarsi a non concedere autorizzazioni, ad avere detto no in maniera netta all’impianto per trattare rifiuti e bonificare terreni inquinati che Edison ha chiesto di realizzare alla Zipa. Si è chiusa così la lunga giornata (giovedì 18 luglio) del Consiglio comunale sul tema, la mattina in forma aperta con la partecipazione della delegazione Edison e gli interventi di associazioni e realtà che si erano iscritte a parlare, il pomeriggio in modalità classica, coi gruppi politici impegnati nella discussione dei rispettivi atti.

La mattina, in sala e fuori, spiccavano cartelli e maglie di protesta: ad indossare quelle del gruppo Jesiamo per dire «no ad amianto e rifiuti tossici» anche gli ex sindaco e presidente del Consiglio comunale, Massimo Bacci e Daniele Massaccesi. Nel corso della discussione, i toni si sono scaldati nei momenti in cui a prendere la parola sono state le realtà possibiliste, se non addirittura favorevoli, nei confronti del progetto. È il caso del presidente di Legambiente Marche Marco Ciarulli, interrotto nel momento in cui stava esprimendo il suo punto di vista: «Impianti di questo tipo non inquinano e ce ne è necessità nell’ottica del recupero, del riutilizzo e della transizione ecologica». Urla e proteste, col sindaco Fiordelmondo a richiamare tutti al rispetto, dovuto, del diritto alla parola e all’intervento di tutti.

Quanto a Edison, era presente con il presidente Edison Next Recology e direttore Circular Economy Gianfranco Giolitti, l’ingegner Roberto Ronca responsabile Smart Cities and Tertiary, il responsabile Environmental Origination Circular Economy Giovanni Baldassarre e l’ingegner Antonino Roncone, per il progettista Rana Blu. Sul tema amianto, il più sentito – dato che l’impianto bonificherebbe terreni contaminati oltre che da metalli pesanti, idrocarburi e altro, anche da amianto – Edison ha parlato di «entità contenuta. C’è una linea che gli è dedicata perché, nel momento in cui se ne rileva la presenza nei terreni da trattare, la norma chiede che una linea a parte gli sia dedicata. L’impianto può trattare materiali che hanno una concentrazione di amianto inferiore all’1% del peso: se è superiore, i terreni, non possono entrare. La linea amianto dell’impianto può arrivare a trattare fino al 10% del quantitativo totale dei rifiuti». La multinazionale ha parlato di «attenzione totale a sicurezza e tutela delle persone, sviluppato il miglior progetto, in una zona preposta, all’interno della normativa» e detto: «Se emergeranno difficoltà, ne prenderemo atto». Aggiungendo inoltre «non ci saranno sversamenti nel terreno, impermeabilizzato, né, come da parere espresso dai vigili del fuoco, vi sono rischi di incendio. Ci sono prospettive, per il territorio, per le aziende e occupazionali».

Nel giro degli interventi l’ex senatore Mauro Coltorti ha parlato di «impianti di recupero che occorrono ma l’ubicazione, in piena zona Aerca, non va». Cna col presidente provincia Maurizio Paradisi ha chiesto sul tema: «Un tavolo tecnico competente e rigoroso, non politico, prima di decidere». Per Confartigianato, con Marta Vescovi: «Zona estremamente sensibile e delicata, individuarne altre. Il dialogo è mancato». Dal sindacato bancari Fabi le preoccupazioni dei dipendenti Intesa del vicino Esagono.

Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo così si è espresso: «Questo è il momento delle domande: siamo dentro un procedimento amministrativo ma se si deve dire no occorre farlo con le motivazioni adeguate e per averle è opportuno che le domande ce le poniamo tutte».

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