Jesi-Fabriano

Jesi, Consulta per le donne: è ancora scontro in Consiglio. Chiara Cercaci: «Attacco alla democrazia»

L'esponente FdI: «Mi è stato negato di trattare l'interpellanza in tema e di spiegare perché ero contraria alla decisione». Il presidente dell'aula Luca Polita: «Accorpata ad altra pratica cui era connessa, nel rispetto del Regolamento»

Chiara Cercaci

JESI – Secondo la consigliera comunale di Fratelli d’Italia Chiara Cercaci un «attacco alla democrazia». È quello che si sarebbe consumato questa mattina 27 ottobre nella seduta di Consiglio comunale in corso di svolgimento. «Avevo iscritta all’ordine del giorno – spiega Cercaci – una interpellanza, con cui chiedevo chiarimenti sulla situazione relativa alla Consulta per le donne e le pari opportunità del Comune di Jesi. Non mi è stato permesso di trattarla, accorpandola all’ultima pratica prevista a fine seduta, che riguardava invece la nomina dei consiglieri comunali che fanno parte di tale organismo. Non mi è neppure stato permesso di spiegare le motivazioni per le quali ero e sono contraria a tale spostamento, sulla base di una interpretazione a mio modo di vedere non corretta dell’articolo 68 comma 7 del Regolamento del Consiglio. Sono molto amareggiata». Difende la scelta il presidente del Consiglio comunale Luca Polita: «Ho inteso interpretare e rispettare quando disposto dal Regolamento. L’interpellanza, che verrà regolarmente trattata, è stata accorpata per la connessione ad un’altra pratica».

Luca Polita, presidente del consiglio comunale

Una questione che vede ancora, all’origine, il tema della Consulta per le donne che già dalla sua istituzione, da parte di maggioranza e amministrazione civiche, aveva fatto discutere e che continua a suscitare contrasti ora che la nuova maggioranza di centrosinistra l’ha “messa in ghiaccio” prevedendone una revisione.

Consulta per le donne, l’interpellanza

“Consulta per le donne e per le pari opportunità, questa sconosciuta” è l’interpellanza proposta da Cercaci. «L’amministrazione – spiega l’esponente FdI – ha detto di volerla mettere in “stand by” ma le donne che ne fanno parte non sono mai state informate. Perché il sindaco non l’ha mai convocata?». Cercaci parla inoltre «mancanza di eleganza “stilistica, discreta superficialità e sostanziale inesperienza nel metodo e nel merito del ritardo».

Aggiunge ora la consigliera: «La mia interpellanza chiedeva chiarimenti, l’atto cui è stata accorpata riguarda tutt’altro. Il presidente del Consiglio comunale ha deciso di unire la trattazione delle due pratiche, scelta che non ci ha trovati d’accordo sin dalla riunione dei capigruppo il cui il nostro capogruppo, Antonio Grassetti, si è opposto. E non a caso la riunione si è dilungata, con un considerevole slittamento dei tempi d’inizio della seduta del Consiglio. In seguito, non mi è stata nemmeno data la possibilità di parola in aula, per esprimere i motivi per cui dissento dalla decisione».

Al comma 7, l’articolo 68 del Regolamento recita: «Le interrogazioni relative a fatti connessi tra loro vengono trattate contemporaneamente. Le interrogazioni riguardanti un argomento iscritto all’ordine del giorno della seduta, sono discusse al momento della trattazione dell’argomento al quale si riferiscono». Una identità di argomento che fra i due punti all’ordine del giorno sussiste per la presidenza del Consiglio, non per la consigliera Cercaci e il gruppo FdI.

In seguito, la maggioranza ha respinto la richiesta del consigliere civico Tommaso Cioncolini di cambiare l’ordine dei punti previsti in discussione e anticipare la discussione della pratica Cercaci.

Consulta per le donne, la vicenda

La Consulta per le donne è stata introdotta a fine 2020 per «elaborare politiche riguardanti la condizione femminile». L’amministrazione non ha ancora portato in aula la nomina dei rappresentanti del Consiglio che dovrebbero farne parte. «Mi stupisco dello stupore – ha detto in merito nelle scorse settimane il sindaco Lorenzo Fiordelmondo – abbiamo detto in tutti i modi che non ne condividevamo l’impostazione. Il Regolamento della Consulta è in fase di rielaborazione, con un approccio che non sia occasionale e una visione invece complessiva. La Consulta e chi ne fa parte peraltro possono continuare a lavorare, semplicemente non ci sono i consiglieri. L’obiettivo è riuscire ad allargarne la composizione, non è in discussione che una Consulta ci sia. Ma il nostro dissenso rispetto a come è stata costruita, non solo nostro ma anche in città, è noto