Jesi-Fabriano

Corinaldo, la storia di due africani che hanno salvato dei loro coetanei

È l'Azienda Pubblica Servizi alla Persona di Jesi, che gestisce il progetto Sprar, a raccontare il coraggioso intervento dei due stranieri nella tragedia alla Lanterna Azzurra. I giorvani hanno messo in pratica quanto appreso nel corso di primo soccorso organizzato dalla Croce Rossa

JESI – Due ragazzi di origini africane, beneficiari del progetto Sprar gestito dall’Asp Ambito 9 di Jesi, hanno salvato dei loro coetanei coinvolti nella tragedia di Corinaldo. Avevano seguito il corso di primo soccorso effettuato dalla Croce Rossa e hanno messo in pratica quanto appreso.

È l’Azienda Pubblica Servizi alla Persona di Jesi a renderlo noto: «Due ragazzi stranieri, un ghanese ed un nigeriano, titolari di protezione umanitaria e beneficiari del progetto Sprar gestito dall’Asp, hanno aiutato i giovani coinvolti nella tragedia». I due ragazzi erano nel locale Lanterna Azzurra di Corinaldo per assistere all’evento musicale in programma quella sera. «A seguito delle note vicende – continua l’Asp – a causa del pizzicore alla gola e delle difficoltà respiratorie, come tutti i presenti, sono usciti di corsa verso le uscite di emergenza aperte, rimanendo coinvolti nella calca delle persone, e, nonostante siano caduti entrambi, si sono a fatica rialzati e si sono adoperati in tutti i modi per aiutare i giovani rimasti intrappolati sotto altre persone, prestando loro soccorso ed aiuto».

Franco Pesaresi

Uno di loro, Hassan, ha raccontato «di aver tirato fuori un ragazzo che aveva perso i sensi e di aver effettuato nei suoi confronti il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca, tecnica appresa durante un corso svolto dalla Croce Rossa a cui aveva partecipato». Il giovane ha poi bagnato il capo del ragazzo «con l’acqua fornitagli da un “buttafuori” e che lo stesso ragazzo, dopo pochi secondi ha ripreso i sensi ed è rimasto a terra in compagnia di un’amica. Ha poi aiutato altre tre ragazze. In particolare, ricorda di aver aiutato un ragazzo che da solo non riusciva a tirare fuori dalla calca una delle tre ragazze perché intrappolata sotto altre persone. Non sappiamo se è lui che ha salvato la vita di quel quindicenne di Serra De Conti che cerca ancora chi ringraziare per quanto accaduto quella notte».

«È importante poter verificare, anche nella triste vicenda di Corinaldo, che al momento del bisogno ci sono dei ragazzi, bianchi o neri non importa, che cercano di aiutare altre persone che si trovano in difficoltà – commenta il Direttore dell’Asp Franco Pesaresi -. È una buona notizia. E il cielo sa di quanto abbiamo bisogno di buone notizie per guardare al futuro con speranza».