JESI – Prima il litigio poi le percosse ed il sequestro. Deferita all’autorità giudiziaria un’intera famiglia di origine marocchina. Nella giornata di ieri, 25 novembre, al termine dell’attività investigativa, personale di polizia giudiziaria del Commissariato, al comando del dirigente vice questore Paolo Arena, deferiva in stato di libertà all’AG competente un uomo di anni 56, con precedenti di Polizia; un giovane di 20 anni e una donna di 53 anni con precedenti. Questo per il reato di percosse e sequestro di persona in concorso aggravato dai futili motivi.
Il fatto
Lo scorso 10 novembre, introno alle ore 21, un equipaggio volante interveniva per una lite tra condomini. Gli agenti giunti in loco, dopo aver placato gli animi particolarmente accesi, acquisivano le informazioni sull’accaduto ascoltando le parti coinvolte ed i testi presenti. Dagli accertamenti emergeva che, alle ore 20, la proprietaria di un appartamento, (51enne) salutava un’amica che era venuta a trovarla. All’atto di riprendere l’autovettura parcheggiata sulla pubblica via, vicino alla finestra dell’appartamento di un altro condomino che stava al pianterreno, la sentiva urlare contro qualcuno. Affacciatasi alla finestra, si accorgeva che l’amica stava litigando con il condomino il quale aveva parcheggiato la sua auto a contatto con l’autovettura della sua amica.
Considerato che non era la prima volta che si verificava una situazione del genere ovvero che ostacolasse il parcheggio delle autovetture di persone che venivano a visitarla, perché a suo dire era una strada privata, si determinava ad affrontare il vicino. Nel frattempo, sopraggiungeva la moglie dell’uomo che non risparmiava epiteti forti alla donna, dicendole di stare zitta. Avendo la donna mostrato di non aver paura di lei, veniva da quest’ultima strattonata e condotta con forza dentro casa sua con la complicità del figlio mentre il marito si poneva all’esterno, a presidio della porta d’ingresso, bloccando un altro condomino (63enne) che avendo sentito urlare, era intervenuto in aiuto ricevendo solo offese dall’uomo e percosse dal figlio in conseguenza delle quali rovinava per terra.
La malcapitata veniva afferrata per il collo e portata in casa. La vittima, riusciva a divincolarsi ma non a scappare poiché strattonata dalla madre che non mollava la presa anzi cercava di spingerla ancora più dentro casa portandola nella cucina. Ivi, la donna si dimenava per alcuni minuti per sottrarsi alle grinfie dell’altra. Poi sopraggiunto il marito, che accennava alcune parole in arabo alla moglie, la donna sfuggiva finalmente al loro controllo lasciando di corsa l’abitazione, trovando fuori a soccorrerla i poliziotti. La ricostruzione dei fatti, alla luce delle informazioni assunte, consentiva , nei giorni a seguire, agli agenti della squadra investigativa, di raccogliere elementi di responsabilità penale nei confronti dell’intera famiglia, ovvero padre, madre e figlio, deferiti alla Procura di Ancona per percosse e sequestro di persona in concorso con l’aggravante dei futili motivi. I due coniugi, venivano proposti per la misura di prevenzione dell’avviso orale al vaglio del Questore.