JESI – Disegno e fotografia nell’arte povera, una strada tutta italiana quella intrapresa dalla Fondazione cassa di Risparmio di Jesi che a Palazzo Bisaccioni ospita una mostra di respiro internazionale.
Nella rinascimentale sede della Carisj, in Piazza Colocci (ingresso attualmente consentito dal Chiostro di Sant’Agostino per lavori, ndr) sarà inaugurata oggi pomeriggio (20 luglio) alle ore 18 “Dentro il cielo compare un’isola“, esposizione dedicata al disegno e alla fotografia nell’arte povera che ha portato a un esito concettuale dalla forte componente emotiva. «Con questa mostra continua l’attività espositiva della Fondazione dopo la mostra della passata stagione sull’arte concettuale» ha spiegato Mauro Tarantino, segretario generale della Fondazione, annunciando di essere al lavoro affinché l’esposizione, dopo Jesi, diventi itinerante.
L’esposizione di respiro internazionale (il catalogo è anche in lingua inglese) vanta il sostegno della Regione Marche ed è curata da Andrea Bruciati, Direttore dei Musei di Villa d’Este e Villa Adriana di Tivoli: «Portare queste opere che vanno dal 1963 al 1980 fuori dai centri propulsivi dell’arte contemporanea è un valore aggiunto – ha commentato l’esperto – L’aver portato al pubblico in maniera gratuita opere di questa portata dimostra la lungimiranza della Carisj: l’arte deve essere fruibile al pubblico. In questi anni gli artisti in mostra hanno eseguito un lavoro più raffinato di ricerca utilizzando dei linguaggi differenti. Nel clima mutato degli ‘anni di piombo’, l’artista cerca infatti di farsi portavoce di un codice alternativo capace di portare alla luce le contraddizioni della tecnica e le arbitrarietà mistificanti del suo linguaggio che pertanto viene iterato, serializzato, in un parossismo scientifico dove traspare un intento quasi prometeico nell’andare oltre il dato sensibile per rivelare le strutture connotative a fondamento dell’opera».
Trentadue autori per raccontare da un particolare punto di vista, quello della grafica e della fotografia, un movimento artistico italiano che ha avuto, per fortuna critica e di mercato, un’eco internazionale negli ultimi 50 anni: l’Arte Povera. Era dai tempi del Futurismo che l’arte italiana non fuoriusciva dai confini nazionali provocando una risonanza culturale che investì tutti i paesi occidentali, così l’Arte Povera prima e la Transavanguardia poi, hanno segnato un profondo mutamento nel linguaggio artistico che influirà sullo sviluppo delle correnti artistiche a venire. Molte delle opere esposte al piano terra di Palazzo Bisaccioni vengono da collezioni private pertanto saranno per la prima volte mostrate al pubblico.
In mostra le opere di Vincenzo Agnetti, Adriano Altamira,Enrico Baj, Alighiero Boetti, Sandro Chia, Francesco Clemente,Mario Cresci, Gino De Dominicis, Nicola De Maria, Mario Giacomelli, Luigi Ghirri, Ugo La Pietra, Elio Mariani, Aldo Mondino, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Michele Perfetti, Robert Pettena, Lamberto Pignotti, Michelangelo Pistoletto, Concetto Pozzati, Emilio Prini, Francesco Radino, Sandra Sandri, Mario Schifano, Gianni Emilio Simonetti, Franco Vaccari, Luigi Viola, Michele Zaza.
La mostra, ad ingresso libero, è visitabile fino al 4 novembre dal lunedì alla domenica dalle 9.30 alle 13 e nel pomeriggio dalle 15.30 alle 19.30. Visite guidate gratuite su prenotazione.