JESI – Cyberbullismo, rischi del web e consumo di droghe: per educare alla legalità i ragazzi bisogna prima lavorare insieme alle famiglie. Ecco perché il progetto “Educhiamo insieme alla legalità” che il Commissariato di Jesi sta portando avanti per l’anno 2023/2024 nelle scuole del territorio, si rivolge non solo agli studenti ma anche alle famiglie, sentinelle delle condotte dei figli. Questa mattina 10 febbraio il Commissario, dottor Paolo Arena ha incontrato i genitori degli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore IIS Marconi-Pieralisi di Jesi diretto dalla dirigente scolastica Rita Fiordelmondo. La tematica affrontata è “I rischi legati alle condotte dei figli in tema di cyberbullismo ed uso di droghe”. Il Dirigente di Polizia si è anzitutto soffermato sull’importanza che anche i genitori conoscano i principi basilari della Costituzione, perché significa preparare alla vita i propri figli con la consapevolezza dell’essere cittadini, non solo dei diritti ma anche dei doveri tra i quali rientra lo studio.
«Tuttavia oggi i figli vivono una fase più inquieta, più carica di malessere, di tensioni, di disagio espresso in tutte le forme, nel vivere le esperienze al limite (sfide coi motorini, assunzione di alcol, droga, violenza gratuita) con un rifiuto netto di tutto ciò che è regola – spiega il dirigente – la causa del disagio va cercata nel senso di smarrimento, vuoto, solitudine, nella mancanza di modelli sani di riferimento, mentre abbondano purtroppo quelli negativi. Ciò deve interrogare tutti i genitori in modo da capire se siano o meno presenti nella vita dei loro figli o magari troppo impegnati nel lavoro o carrierismo, o distratti da altro». Il Commissario ha puntato l’attenzione sulle paure che minano gli adolescenti: la paura di soffrire in primis, che potrebbe trasformarli in persone aggressive, prepotenti, indifferenti. «Tale condotta da bulli – spiega Arena – si manifesta soprattutto a scuola dove ad esser preso di mira è il timido di turno o magari lo studente etichettato come secchione, o il più sensibile puntato da ragazzi e ragazze, che commettono veri e propri reati come estorsioni, aggressioni fisiche, furti che provocano soprattutto un danno esistenziale alla persona, alla riservatezza. Spesso, si parla di cyber bullismo perché tramite sms o filmati video, o foto si ricatta e diffama la vittima, denigrandola mettendola alla berlina».
Gli strumenti legislativi
La legge 71/2017 ha introdotto l’ammonimento del Questore con la convocazione proprio dei genitori del minore, provvedimento che avrà efficacia fino al compimento della maggiore età. Inoltre è stata introdotta una nuova tipologia di ammonimento del Questore per minori di età compresa tra 12 e 14 anni che commettono reati per i quali è prevista la reclusione non inferiore nel massimo a 5 anni. Poiché non sono imputabili, verranno convocati dal Questore insieme ai genitori ai quali sarà comminata una sanzione da 200 a 1000 euro. Nel settembre 2023, è stato approvato il decreto legge “Caivano” recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa ed alla criminalità minorile. L’intervento normativo agisce sull’applicabilità delle misure cautelari ai minori di 18 anni, prevedendo percorsi di rieducazione del minore autore di condotte criminose. Viene estesa l’applicabilità del Daspo urbano (il divieto di accesso ad alcune aree della città) ai maggiori di 14 anni, denunciati o condannati negli ultimi tre anni per reati in materia di stupefacenti commessi all’interno o nelle vicinanze di scuole, locali pubblici, pubblici esercizi: il divieto sarà notificato agli esercenti la responsabilità genitoriale. In materia di prevenzione di disordini nei pubblici esercizi e nei locali di pubblico trattenimento, il daspo (c.d. “Willy” contro la movida violenta) si applica anche a minori per reati contro la persona, il patrimonio, per violenza e resistenza a P.U., e porto di armi improprie e ha una durata minima di 1 anno e massima di 3 anni. In caso di violazione dei daspo, è prevista la reclusione da 1 a 3 anni e la multa da 10mila a 24mila euro. Con le nuove norme, l’avviso orale è applicabile anche ai minori a partire da 14 anni. Inoltre è previsto che il Questore possa impartire delle prescrizioni proponendo all’AG di vietare, a determinati soggetti ultra 14enni, di possedere ed utilizzare telefoni cellulari e altri dispositivi quando il loro uso è servito per la realizzazione o divulgazione di condotte reato. In caso di violazione delle prescrizioni dell’avviso orale, è prevista la reclusione da 1 a 3 anni e multa da 1549 a 5164 euro.
«Occorre un recupero di legalità, di moralità, che richiede la compartecipazione piena dei genitori e non l’infruttuosa complicità che li porta a dar loro ragione su tutto – conclude il dottor Arena – al contrario, l’azione svolta a scuola dai docenti non deve esse delegittimata bensì avallata e rafforzata dai genitori: genitori, studenti, docenti e forze di Polizia nella stessa direzione, come un’unica grande squadra. La correzione sana, in una fase ancora giovanile della vita dei loro figli, non potrà che essere educativa».