JESI – Taglio del nastro questa mattina (29 novembre) al civico 87 di Corso Matteotti nella nuova sede del Dipartimento Dipendenze Patologiche.
I locali, di proprietà del’Asur, sono attivi da un mese e ospitano studi medici, un ambulatorio farmacologico, la segreteria e l’infermeria. A fare gli onori di casa è stata la dottoressa Rossella Italiano, Direttore medico del servizio territoriale: «Isolamento e degrado sono da combattere con un servizio attento e vicino ai più deboli – ha detto la dottoressa annunciando il pensionamento -. Questo è il mio ultimo atto come direttore del servizio. L’auspicio è che si continui a lavorare con passione a tutti i livelli, e al Comune dico di lavorare per una comunità educante: ci vuole un’intera comunità per far crescere un giovane».
Presenti anche Maurizio Bevilacqua, direttore dell’Area Vasta 2, Virginia Fedele Direttore U.O. Direzione Medica Ospedale “C. Urbani” Jesi, il direttore dell’Asur Alessandro Marini, Massimo Mari del Dipartimento di Salute Mentale, il vescovo Gerardo Rocconi per la benedizione, Pasquale Liguori del Tribunale del Malato, il consigliere regionale Enzo Giancarli, l’assessora Marialuisa Quaglieri e Carlo Ciccioli responsabile del Dipartimento Dipendenze Area Vasta 2. Dopo i complimenti di Bevilacqua, è toccato a Marini: «Mi assumo il carico dei ritardi per questa nuova struttura. Abbiamo in carico un’area con 200mila persone, tante situazioni diverse ma quando ci sono i risultati si va avanti con determinazione».
La tenacia e l’impegno del Dipartimento di Jesi sono state evidenziate da Ciccioli: «Siamo dinanzi ad una diffusione di sostanze soprattutto tra gli adolescenti. Ciò avviene per una serie di motivi: le famiglie non riconoscono il problema, non hanno i mezzi culturali per affrontarli, o non ci sono. Inauguriamo questi spazi con la speranza che quelli che abbiamo lasciato – sempre in Corso Matteotti, in prossimità dell’arco Clementino (ndr.) – ospitino un centro diurno per rispondere a queste problematiche». Dopo i saluti del Comune e della Regione, il vescovo Rocconi ha ricordato: «L’Aids ancora uccide. Ho conosciuto il cuore di molti tossicodipendenti, persone che agli occhi delle gente sono criminali».