JESI – Avrebbe compiuto i suoi 31 anni oggi, 29 settembre. Un compleanno che Ylenia Morsucci, scomparsa 13 anni fa, non può festeggiare ma che la Onlus che ne porta il nome e che, fondata dai familiari, conta oggi circa 70 soci, ha saputo celebrare nel migliore dei modi: donando al reparto di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale di Jesi Carlo Urbani una nuova incubatrice ATOM. Non è la prima volta che la Ylenia Morsucci Onlus sostiene il nosocomio di via Aldo Moro ma ha un sapore speciale: è proprio a Jesi che, lo scorso 30 agosto, i genitori di Ylenia, Maurizio e Renata, sono diventati nonni, con la nascita al Carlo Urbani della loro prima nipotina.
Lo ha ricordato proprio Maurizio Morsucci, nel corso della consegna della strumentazione, ricevuta dalla direttrice ospedaliera Stefania Mancinelli e da una rappresentanza del reparto, in testa la primaria dottoressa Antonella Bonucci, alla presenza dell’assessora alla sanità del Comune di Jesi, Marialuisa Quaglieri.
«La missione della nostra famiglia e della Onlus- ha ricordato il signor Morsucci- è essere ambasciatori di quelle che erano le idee di Ylenia e cercare di fare quello che avrebbe fatto lei». In 12 anni, ammontano a oltre 300 mila euro le risorse raccolte e tradotte in donazioni della onlus. Fra queste, in tempi pre-pandemia, anche preziosi respiratori polmonari andati a incrementare le dotazioni del reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Torrette di Ancona. Alla pediatria del Carlo Urbani, la Ylenia Morsucci Onlus aveva già donato in precedenza un’isola neonatale e un’altra incubatrice.
«Dotata di elevati livelli di tecnologia, questa strumentazione sarà utile per le necessità di neonati prematuri o che abbiano bisogno di supporto alla ventilazione e di ossigenoterapia- spiega la dottoressa Bonucci– il trend di nascite nel nostro reparto è in netto aumento, ne siamo felici. Questo supporto è prezioso». Conferma la direttrice Mancinelli: «L’ottimo livello di prestazioni mantenuto dal reparto e dal nostro ospedale pure in mesi molto critici come quelli della pandemia che hanno visto il Carlo Urbani essere fra i più impegnati».
Evidenzia l’assessora Quaglieri: «Da un grande dolore, escono gioia e un gesto che porta vita. Ancora una volta è di valore incredibile ciò che il volontariato può fare e fa al fianco di un ospedale di cui siamo orgogliosi».