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Jesi, emozioni e commozione al Pergolesi per “L’ultimo assalto”: avventura, vita e sogno di Ezio Triccoli

Applausi per l'anteprima del docufilm dedicato al fondatore del Club Scherma Jesi e alla sua epopea, da prigioniero di guerra a Maestro della scuola dei campioni e delle campionesse. L'abbraccio fra le figlie di Triccoli e Stefano Cerioni

Jesi, emozioni e commozione al Pergolesi per "L'ultimo assalto": avventura, vita e sogno di Ezio Triccoli

JESI – Una serata di emozioni e commozione, quella di ieri 27 ottobre al Teatro Pergolesi, per l’anteprima al pubblico de “L’ultimo assalto – L’epopea di un uomo che ha cambiato la storia dello sport”, il docufilm dedicato alla storia e alla figura del fondatore del Club Scherma Jesi, Ezio Triccoli. In platea le tre figlie di Triccoli, Maria Cristina, Maria Paola e Maria Grazia, le prime due delle quali fra le voci e i volti che raccontano, sullo schermo, la straordinaria avventura umana del Maestro, tornato dal campo di prigionia sudafricano di Zonderwater con la scoperta dell’arte della scherma e la voglia di trasmetterne la passione nella sua città.

Una missione decisamente riuscita, come si può ben leggere nel palmarès odierno del Club Scherma Jesi, ma affrontata fra difficoltà, battaglie, la prolungata ostilità e diffidenza del mondo della scherma tradizionale che mal digeriva gli insegnamenti di un Maestro che ribaltava quella che era stata la concezione della disciplina fino ad allora. Il docu film andrà in onda in esclusiva, lunedì prossimo 30 ottobre alle 21,50, su History Channel, che così lo presenta: «Triccoli ha fatto del proprio esempio di vita la chiave della sua visione della scherma, sport fatto di sfide, lotte e tenacia. Triccoli è sempre riuscito a destreggiarsi con maestria di fronte al proprio duello con la vita, cercando di trarre il meglio dalle condizioni avverse e rimanendo sempre fedele a sè stesso. Forse per questo la sua scherma riflette certi valori e principi: impegno, risolutezza, tecnica, concentrazione, stile. Dedichiamo una serata alla storia di quest’uomo che è stato soldato, prigioniero, combattente e maestro». E ancora «Ezio Triccoli instaurava con i propri allievi un rapporto profondo fatto di rispetto e fiducia. Il suo modo di insegnare, mal visto dalle istituzioni sportive dell’epoca, prevedeva una preparazione individuale e personalizzata per ogni allievo, in base alle caratteristiche fisiche e caratteriali. Personaggio temuto dagli arbitri, eretico verso il modus tradizionale di praticare la scherma, che proteggeva e tutelava i suoi allievi, a cui non ha mai garantito di diventare campioni olimpici, ma campioni nella vita. Attraverso la ricognizione storica della vita di Triccoli, vengono passati in rassegna documenti d’archivio, testimonianze e anche alcune tecniche impiegate nella scherma, per capire il legame profondo tra il Maestro e questo sport».

Sul palco, introdotti da Andrea Carloni, sono saliti due dei campioni olimpici spinti sul tetto del mondo da Triccoli: Stefano Cerioni, attuale Ct del fioretto azzurro, «il figlio maschio che Ezio non aveva avuto» come si sente dire più volte, oro a Seul nel 1988 e, a pochi giorni dalla sua scomparsa, la figura cui Triccoli affidò la scuola che era stata tutta la sua vita; Elisa Di Francisca, l’ultima campionessa che ha avuto la possibilità di conoscere e seguire gli insegnamenti di Triccoli da bambina, quel Maestro che ne salutò il talento dicendo dell’oro a Londra 2012 «ha l’oro nelle mani». Anche loro raccontano Triccoli nel documentario, come pure lo fanno l’altra grande campionessa olimpica Giovanna Trillini e poi Annalisa Coltorti, il presidente del Coni Giovanni Malagò, Renzo Musumeci Greco (maestro d’armi), Paolo Morosetti (ex allievo del maestro), Roberto Gagliardi (ex allievo del maestro), Massimo Carboni (ex direttore RAI Ancona). Compare nel docu film anche l’attuale Campione del Mondo Tommaso Marini, che ovviamente per motivi anagrafici non ha potuto conoscere Triccoli: lo si vede replicare oggi, con Cerioni, le lezioni che nelle immagini d’archivio mostrano il fondatore del Club incrociare la lama con l’attuale Ct azzurro e Annalisa Coltorti giovanissimi e la stessa Elisa Di Francisca bambina. Degli ori olimpici usciti dalla scuola creata da Triccoli non c’è, nel docufilm, la testimonianza di Valentina Vezzali.

Sul palco a portare il saluto sono saliti il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, che ha ricevuto dal maestro orafo Gianfranco Catalani l’omaggio di un fioretto d’oro copia di quello che Cerioni ricevette dal Comune di Jesi dopo i Giochi di Seul – «sarà custodito nella casa comunale e poi, quando sarà completata, il suo posto sarà nella nuova Casa della Scherma» ha detto il sindaco nell’ultimo Consiglio – e il presidente del Club Scherma Jesi Maurizio Dellabella. E poi Ivan Villa che, marito di Elisa Di Francisca, ha realizzato per la produzione di Apollo Media il docu film.

Jesi, emozioni e commozione al Pergolesi per “L’ultimo assalto”: avventura, vita e sogno di Ezio Triccoli

«Un progetto nato 9 anni fa quando, durante una cena, anche io come tanti chiesi cosa ci fosse di speciale a Jesi per aver formato tanti campioni tutti qui – ha detto Villa – mia moglie mi raccontò la storia di come il Maestro Triccoli avesse appreso l’arte della scherma da prigioniero di guerra e, tornato in patria dopo 7 anni, avesse fondato la scuola. Non potevo crederci, mi sono subito detto che questa storia avrei dovuto raccontarla».

Il documentario è diretto da Stefano Mignucci, soggetto di Fausto Brizzi e sceneggiatura di Giovanni Filippetto e Cosimo Calamini. È stato realizzato con il patrocinio di CONI e Federscherma e in collaborazione con Fondazione Marche Cultura, Marche Film Commission e Comune di Jesi.

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