JESI – Dovranno essere effettuati nell’arco del 2020, pena la perdita del finanziamento regionale, i lavori per 588 mila euro sulla sponda dell’Esino all’altezza dell’accesso alla Riserva di Ripa Bianca. Qui, fra marzo e aprile del 2018, l’area naturalistica fu costretta alla chiusura per un paio di settimane dopo che l’erosione causata dal fiume aveva danneggiato una ventina di metri della strada d’ingresso.
Ora si interverrà ma, avvisano i tecnici, i lavori in previsione risolveranno la situazione in questione ma non sostituiscono quella generale sistemazione dell’intera asta fluviale, fra Ponte San Carlo e la briglia dell’Enel a valle della Riserva, che sarebbe necessaria.
Il Comune di Jesi, che ha ottenuto dalla Regione i fondi per procedere ai lavori, affiderà al Consorzio di Bonifica delle Marche il compito di progettare, appaltare e far realizzare l’intervento, «visto – spiega piazza Indipendenza – che all’interno della struttura comunale non vi sono figure professionali specifiche con esperienza nel settore della progettazione idraulica». Intanto dal Consiglio comunale di venerdì scorso è arrivato il via libera all’acquisto di 1.500 metri quadrati di superficie privata, costo circa 8 mila euro, per regolarizzare la soluzione d’emergenza adottata in questi mesi per l’accesso a Ripa Bianca.
Secondo il professore ingegner Alessandro Mancinelli, docente ordinario di Costruzioni idrauliche Marittime e Idrologia alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Ancona, e il professore geologo Mauro Coltorti, docente ordinario di Geomorfologia e Geomorfologia Applicata dell’Università di Siena, oggi senatore e presidente della commissione lavori pubblici del Senato- i due tecnici incaricati nel 2013 dal Comune di studiare la situazione dell’Esino- servirebbe un intervento complessivo sull’asta fluviale compresa fra ponte San Carlo e l’area a valle della briglia Enel presente poco oltre la Riserva.
In quest’ultima zona sono stati eseguiti dalla Provincia gli interventi più recenti nel 2016, con la realizzazione di «pennelli trasversali e il rinforzo del tratto di sponda con tecniche di ingegneria naturalistica». Il fenomeno erosivo si è poi spostato più a monte, andando a compromettere parzialmente la stradina di accesso a Ripa Bianca nel suo tratto più vicino all’alveo dell’Esino e minacciando anche la zona di sbocco al fiume di un collettore di acque meteoriche. Qui si interverrà adesso ma si precisa: «Gli interventi proposti tendono a risolvere situazioni circoscritte e puntuali di erosione di sponda ma non sono sostitutivi di un intervento complessivo su tutta l’asta fluviale e con efficacia a più ampio spettro».