JESI – «Presto via i ponteggi dalle ex carceri. Completato l’intervento sulle parti esterne, nell’arco di tre, quattro mesi c’è fiducia di poter terminare i lavori anche all’interno». Così Maurizio Urbinati, responsabile Erap di Ancona.
Per le carceri il termine originario dei lavori era stato fissato al 2014 ma varie sono state le vicissitudini. Dice ora Urbinati: «È stata necessaria una perizia di variante, per recuperare risorse per l’intervento che, a seguito dei ribassi d’asta nell’appalto, erano state in una prima fase spostate altrove. Ciò ha comportato una sospensione dei lavori che però sono ora ripresi da un paio di mesi. La facciata è stata completata, verranno smontati i ponteggi e il cantiere stesso verrà ad assumere da fuori un altro aspetto. Terminata la parte esterna, siamo fiduciosi nella fine in altri 3,4 mesi per l’interno, dove c’è da completare piano terra, atrio e impianti».
La storia del recupero ha avuto inizio con le risorse del “contratto di quartiere” assegnate a Jesi nel 2006. Il progetto originario era stato rivisitato su richiesta della prima amministrazione Bacci, che ha voluto concentrare qui anche quella quota di abitazioni sociali che inizialmente avrebbero dovuto trovare spazio al chiostro di Sant’Agostino. I lavori si sarebbero dovuti concludere una prima volta nell’agosto 2014, poi nel gennaio 2016, infine fra settembre e ottobre 2017, poi ancora lo scorso anno. Ma contrattempi e novità si sono susseguiti: la rimozione del materiale del Comune all’interno dell’edificio, quella dell’amianto presente in parti dello stesso, la rimodulazione del Contratto di Quartiere che ha fatto salire da 8 a 13 gli alloggi, coi relativi tempi per iter burocratici e via libera della Soprintendenza. Quindi il sisma del 2016 e da ultimo il Covid.
«Per i 13 alloggi, più pianterreno e interrati – ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Roberto Renzi– si è arrivati ad un costo complessivo di 1 milione e 757 mila euro. La quota a carico dell’amministrazione ha raggiunto i 584 mila euro».