JESI – Continuano a far discutere l’intervento di recupero dell’ex convento Giuseppine di Piazza Pergolesi e il suo effetto sulla vicina chiesa di San Nicolò, in parte oscurata alla vista proprio dall’immobile. Nel giugno scorso la Soprintendenza, dopo aver rilevato infiltrazioni d’acqua all’interno di San Nicolò, nella parte in cui navata destra della chiesa medievale e muro delle Giuseppine si toccavano, ha disposto la sospensione parziale dei lavori almeno per tale porzione dell’immobile. Decisione contro cui il Condominio Pergolesi, che riunisce i comproprietari dell’ex Giuseppine, fra cui il Comune, ha presentato ora ricorso al Tar, in discussione il 14 ottobre prossimo. Una decisione, quella del ricorso, per la quale i Carmelitani del Santuario delle Grazie, proprietari di San Nicolò, esprimono «profondo rammarico». E tirano, in una nota, gli orecchi al Comune.
«I Carmelitani di Jesi – scrivono i religiosi delle Grazie – esprimono profondo rammarico per l’impugnazione da parte della proprietà ex Giuseppine del provvedimento della Soprintendenza emesso a tutela della Chiesa di San Nicolò, monumento nazionale. Esprimono una totale fiducia nell’operato della Soprintendenza. Si augurano che il Comune di Jesi, nella duplice veste amministrativa e proprietaria, si attivi perché la soluzione del problema si abbia a Jesi e non in sede di magistratura».
L’avvenuta presentazione del ricorso è stata notificata lo scorso 1 settembre ai Carmelitani, cui a inizio di agosto la Soprintendenza aveva fatto sapere di aver comunicato ai privati e al Comune la necessità di rivedere il progetto. Con l’indicazione, stando a quanto trapelato, di mantenere una distanza minima fra i due edifici.
Dell’ex convento il Comune ha acquistato per 138 mila e 500 euro, tratti dall’eredità di Daniela Cesarini, i 277 mq del piano terra dove realizzare la casa famiglia per persone con disabilità legata al lascito dell’ex assessora..