JESI – Federico II di Svevia potrebbe essere tornato a Jesi, città dove era nato il 26 dicembre 1194, in età matura, nell’agosto del 1240. Ipotesi dalla quale si potrebbe trarre spunto per una celebrazione federiciana che, invece che sulla più “scomoda” data di dicembre nel cuore delle Feste, punti su una più agevole e attrattiva collocazione estiva.
L’idea è emersa all’Hotel che di Federico II porta il nome, nel corso della conviviale organizzata dal Club Nova Aesis. Nel corso della stessa, è stato lo studioso Ettore Baldetti, socio deputato della Deputazione di Storia Patria delle Marche, a illustrare la sua ricostruzione secondo la quale il ritorno in città dello Stupor Mundi, che la storiografia d’età moderna nega e di cui non esistono prove, potrebbe essersi verificato tra 8 e 10 agosto del 1240, nel corso della campagna che vide allora l’imperatore, nel corso dell’ennesimo scontro con il Papato, passare per le Marche.
«Emerge dai documenti – spiega infatti Baldetti – che a inizio di agosto del 1240 l’imperatore era nelle Marche all’attacco prima di Ascoli e poi di Fermo, mentre il 15 agosto avviò l’assedio di Ravenna. Tenuto conto della necessità di transitare col suo esercito per città e territori fedeli e sicuri e delle modalità di marcia, sui 35 km al giorno, di allora, la via non può che essere stata, lungo l’antico itinerario romano della Salaria Gallica, quella che dal Piceno risaliva per Macerata, Jesi e poi a nord fino all’urbinate. Si spiegherebbero denominazioni resistite per secoli, come Passo dell’Imperatore tra Macerata e Jesi, e accertate incursioni militare sveve altrimenti incomprensibili nella zona di Barbara». Sarebbe stata la via più breve e certa, per le città delle Marche fedeli a Federico II, anche per l’azione del figlio Enzo, re di Sardegna e vicario imperiale nella Marca, tra Macerata, Jesi, Cagli e Urbino, e evitando la guelfa Ancona. La marcia sarebbe poi transitata nella zona di Barbara, oggetto di un’incursione federiciana, per giungere quindi probabilmente nel castello filoimperiale di Montesecco di Arcevia, aggirando il potente comune di San Lorenzo in Campo, sede di uno dei tre vicariati della Marca, tribunali pontifici zonali, e lambire il Cagliese in direzione di Urbino. «Come non pensare – dice Baldetti- che a quel punto Federico II non sia passato per la città che aveva già definito in una lettera celeberrima la sua Betlemme e dove già era stato il figlio Enzo, oltre che prima della sua nascita il padre Enrico?».
Di qui, presidente e vice del Nova Aesis, Aldivano Ferrucci e Giancarlo Catani, quest’ultimo consigliere comunale di minoranza, traggono l’idea: «Celebriamo Federico II con un evento estivo, più attrattivo rispetto alla data della sua nascita il 26 dicembre. L’estate è il periodo giusto per una manifestazione federiciana, più delle Feste. Ma su questo l’amministrazione comunale è ferma».
Il giorno di Santo Stefano, riconosciuta data di nascita, nella piazza che ne porta il nome, dello Stupor Mundi, si terrà anche quest’anno una rievocazione storica dell’avvenimento.