JESI – Ancora nessuna notizia del biodigestore, l’impianto di trattamento della frazione organica della raccolta differenziata dei rifiuti che sarebbe dovuto sorgere in provincia. E a chiedere lumi sulla sorte del progetto è il consigliere comunale di maggioranza Nicola Filonzi, capogruppo Jesiamo, con una interrogazione portata all’attenzione del prossimo Consiglio.
«Risulta- fa presente Filonzi- che in data 30 novembre 2020 il Consiglio Comunale di Pesaro abbia votato favorevolmente l’insediamento di un impianto di biodigestione atto allo smaltimento dei rifiuti organici nel proprio Comune in località Talacchio. Anche il Consiglio Comunale di Jesi in data 3 Agosto 2019 – convocato d’urgenza viste le strette tempistiche tecnico burocratiche in cui definire la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica indicate dall’ATA2 Ancona nel 2022 – aveva dato disponibilità di insediamento sul proprio territorio di tale impianto».
Ricorda però il consigliere: «Tale disponibilità di insediamento non è stata di fatto poi considerata dall’Assemblea d’Ambito non discutendo la proposta del Comune di Jesi all’interno dell’Assemblea stessa. Dall’assemblea dell’ATA dello scorso luglio 2020 non si sono avute praticamente più notizie in merito alla realizzazione di tale impianto strategico per la provincia di Ancona, nonostante precedenti interventi dell’Amministrazione Comunale che sollecitavano un riscontro»
Chiede dunque Filonzi all’amministrazione: «Se sia vero che si intende procedere a riportare al centro del dibattito in sede di Assemblea ATA la necessità di indicare una nuova ubicazione dell’impianto per lo smaltimento dei rifiuti organici della Provincia di Ancona e procedere quindi alla realizzazione e nel caso con quali provvedimenti o atti concreti».
Un sicuro assist, quello del consigliere di maggioranza, per il sindaco Massimo Bacci, molto duro nei confronti di ritardi e stalli dell’ATA in tema. Dello scorso ottobre, a fronte dei silenzi, la notizia del ritiro informale da parte del Comune di Jesi della disponibilità ad ospitare l’impianto. Secondo lo stesso Bacci: «Porte spalancate al privato».
La proposta avanzata da Jesi, e mai analizzata da ATA, prevedeva di affidare realizzazione e gestione del biodigestore ad una società mista a maggioranza privata (51%).