JESI – È stata sciolta la riserva sull’eventuale autopsia sulla salma di Mario Tracina’, il 55enne operaio edile di origini catanesi residente a Jesi, morto venerdì scorso per una tragica caduta da 30 metri al cantiere di Campomarino, località Colle delle Lame dove sono in corso lavori di consolidamento dei piloni dell’autostrada A14. Il Pm della Procura di Larino, titolare del fascicolo, ha disposto la restituzione della salma ai familiari, concedendo il nullaosta per la sepoltura e non ravvisando quindi la necessità di un esame autoptico per stabilire le cause del decesso.
Sono state acquisite soltanto le risultanze dell’ispezione cadaverica esterna eseguita sabato mattina all’obitorio dell’ospedale San Timoteo di Termoli dai medici legali dell’ateneo di Foggia, incaricati come consulenti della Procura. Il feretro è già tornato a Jesi, città d’adozione della famiglia Tracinà e sono già stati fissati i funerali. L’ultimo addio domani (martedì 11 maggio) alle ore 10 nella chiesa di San Francesco d’Assisi. Alla moglie e alle figlie Desirèe e Alessia, si stringeranno i parenti e gli amici. Poi la tumulazione al cimitero comunale di Jesi.
Proseguiranno tuttavia gli accertamenti della Procura per ricostruire la dinamica dell’infortunio mortale. Il cantiere è sotto sequestro. L’uomo, secondo una prima ricostruzione della dinamica ancora al vaglio dei Carabinieri della Compagnia di Termoli, si trovava su un’impalcatura al di sotto della strada per effettuare una manutenzione di un pilone. Era da solo. Gli altri colleghi operai si trovavano dislocati in altri punti del cantiere, ciascuno impegnato nelle proprie mansioni. Sono stati sentiti dai militari. La Procura potrebbe disporre una perizia sui dispositivi di protezione individuale (imbracatura) in uso alla vittima, per capire se vi sia stato un malfunzionamento. Nei prossimi giorni, presumibilmente, il conferimento dell’incarico al perito specialista in materia di sicurezza sul lavoro.