JESI – Via libera allo spostamento della fontana dei Leoni. La maggioranza di governo ha formalizzato l’avvio dell’iter per ottemperare al lascito di Cassio Morosetti. Ma la minoranza non ci sta e si prepara a imboccare la strada del referendum abrogativo. Come funziona?
Il regolamento sugli istituti di partecipazione e consultazione dei cittadini, consultabile online, prevede tale forma di coinvolgimento della cittadinanza. Al Capo III del Titolo 2 recita: «Il Referendum ha carattere consultivo e abrogativo, deve riguardare solo materia di esclusiva competenza locale e non può tenersi in coincidenza con operazioni elettorali provinciali, comunali, circoscrizionali. Il referendum abrogativo è ammesso solo per gli atti deliberativi di carattere generale e regolamentare». La proposta di indizione del referendum, si legge, «è avanzata dal Consiglio Comunale a maggioranza dei tre quarti dei consiglieri assegnati (istanza bocciata ndr.) o quando lo richiedano almeno dieci cittadini iscritti nelle liste elettorali e la richiesta sia sottoscritta da almeno 2.000 cittadini aventi diritto al voto referendario, ai sensi dell’art.21 comma 5 dello Statuto».
Successivamente, vengono indicate le materie non oggetto di referendum, vale a dire l’argomento principale delle prossime settimane. Sarà qui, infatti, che si giocherà la “partita” della legittimità di questo istituto di partecipazione.
Non possono essere oggetto di Referendum consultivo e abrogativo:
a) I provvedimenti inerenti a elezioni, nomine, designazioni, revoche e decadenze e in generale le deliberazioni e le questioni concernenti persone
b) I provvedimenti concernenti il personale comunale e di enti, aziende, istituzioni dallo stesso dipendenti o appartenenti a società a partecipazione comunale
c) I regolamenti del Comune relativi all’organizzazione degli organi, degli uffici e del personale e lo Statuto
d) I provvedimenti inerenti assunzioni di mutui, emissioni di prestiti e applicazione di tributi, rette e tariffe, i bilanci
e) Gli atti in materia di diritti delle minoranze etniche e religiose
f) I pareri richiesti da disposizioni di legge e le materie nelle quali il Comune condivide la competenza con altri enti
g) Gli atti vincolanti nella forma e nel contenuto
h) I piani territoriali ed urbanistici, i piani per la loro attuazione e le relative variazioni
i) Le materie che sono già state oggetto di consultazione referendaria nell’ultimo quinquennio
Le proposte di indizione «devono preventivamente essere giudicate ammissibili da un comitato dei garanti costituito da tre membri esperti in materie giuridiche amministrative. Il comitato dei garanti è composto da un componente, che lo presiede, eletto dal consiglio comunale, dal difensore civico regionale e da un esperto designato dal Prefetto della Provincia di Ancona».
Altro punto complesso è il seguente: «L’istanza deve contenere, in termini esatti, la proposta che si intende sottoporre al referendum e deve essere articolata in modo breve e chiaro, tale da determinare la volontà univoca dei votanti». Ma soprattutto, «qualora dalla proposta referendaria conseguano maggiori spese o minori entrate i promotori dovranno indicare il costo presunto e in linea di massima le modalità della relativa copertura». Su questo specifico tema vi sono discordanze: il referendum andrebbe ad abrogare un voto di consiglio comunale in cui si prevede l’utilizzo di 2 milioni di euro (non solo per spostare la fontana), dunque c’è da capire se i vincoli del lascito siano da considerare.
Secondo calcoli sommari effettuati dalla presidenza del consiglio comunale, qualora si proceda in tal modo, il referendum non potrà essere organizzato prima del 15 marzo 2021. Potrebbe costare attorno ai 50 mila euro. Ciò significherebbe, a prescindere dall’esito, rinunciare ai 2 milioni di euro, che verranno depositati nelle casse comunali – come da indicazione di Morosetti – solo se sgorgherà acqua dalla fontana dei Leoni in piazza della Repubblica entro il 22 luglio 2021.