Jesi-Fabriano

Jesi, fontana dei Leoni: ricorso contro lo spostamento depositato

Il comitato referendario contesta le motivazioni addotte dai garanti per il via libera all'accettazione del lascito di Cassio Morosetti. L'atto è stato notificato in Comune

Il banchetto contro lo spostamento della fontana dei Leoni

JESI – Spostamento della fontana dei Leoni, ricorso depositato. Il comitato referendario ha provveduto a formalizzare l’atto per tentare di bloccare l’accettazione del lascito di Cassio Morosetti e, conseguentemente, la traslazione del monumento da piazza Federico II a piazza della Repubblica.

I ricorrenti puntano in particolare sulla sospensiva della decisione del comitato dei garanti, chiedendo a tale organismo di riunirsi di nuovo. Contestano, nel dettaglio, le motivazioni addotte per respingere l’istanza di referendum abrogativo del voto di consiglio comunale. L’accoglimento comporterebbe lo stop ai lavori.

Il Comitato dei Garanti, nell’esaminare la documentazione, si è soffermato in particolare su due aspetti. Il primo riguardava la classificazione della tipologia degli atti oggetto dell’istanza referendaria e la verifica della loro natura rispetto a quanto sancito dall’art. 25, comma 3, del Regolamento comunale che recita “Il referendum abrogativo è ammesso solo per atti deliberativi di carattere generale e regolamentare”.

Secondo il medesimo Comitato, «gli atti oggetto di proposta referendaria non possono essere considerati atti amministrativi di carattere generale che, per dottrina e giurisprudenza, sono invece gli atti che si rivolgono ad una pluralità di destinatari, non determinati o determinabili a priori, ma soltanto a posteriori (come, ad esempio, il bando di gara o il bando di concorso). Ciò comporta, di conseguenza, l’inammissibilità del quesito con particolare riferimento alla decisione relativa al lascito testamentario».

Il secondo aspetto concerneva la verifica dell’ammissibilità della materia testamentaria alla luce di quanto prevede un altro articolo del Regolamento comunale, il 18, comma 2, in base al quale non possono essere oggetto di referendum consultivo e abrogativo “i piani territoriali ed urbanistici, i piani per la loro attuazione e le relative variazioni”. Al riguardo il Comitato dei Garanti ritiene che «dai contenuti delle delibere sotto esame il progetto costituisce modifica e integrazione al programma di riqualificazione urbana denominato Piperru in cui Corso Matteotti e le Piazze che vi si affacciano, in attuazione delle previsioni del Prg che le individua quale “sistema di aree pubbliche da ristrutturare” costituisce lo strumento urbanistico di attuazione di dettaglio delle previsioni programmatorie del governo del territorio.

Dunque ciò comporta l’inammissibilità del quesito referendario anche rispetto a questa tematica. Stante già queste due motivazioni sufficienti ai fini della dichiarazione di inammissibilità della proposta referendaria, il Comitato dei Garanti si è pronunciato non ammettendo il referendum, a prescindere dall’analisi di possibili ulteriori motivi di inammissibilità con riferimento alle previsioni previste dal Regolamento comunale sugli istituti di partecipazione.La Giunta comunale, riunita nel pomeriggio, ha preso atto della decisione del Comitato dei Garanti e ha dato mandato agli uffici di attivarsi per dar seguito a quanto stabilito dal Consiglio comunale».

Il cantiere della fontana dei Leoni

Un ricorso che riprende molto le considerazioni di Lorenzo Fiordelmondo, consigliere comunale Pd, sulla vicenda della fontana: «La richiesta di referendum agganciava due delibere aventi ad oggetto atti di indirizzo politico e prive di ogni specifica progettuale (e quindi a carattere necessariamente generale). Non formulava inoltre un quesito riferito allo spostamento della fontana ma all’accettazione dell’eredità, questione che non attiene a piani urbanistici, Piperru o altri. Ad ogni modo è una lettura personale, che conta quel che conta e sicuramente meno del parere espresso dal Comitato dei Garanti. Che ad oggi è quel che vale. Ciò detto, resta comunque un dato politico chiaro. Questa non è la battaglia persa dal Comitato promotore e dei tanti cittadini che lo hanno sostenuto. Lo è semmai, e di nuovo, di chi amministra la città. Di chi ha cioè rinunciato a coprire uno spazio di consenso cittadino che sarebbe stato necessario interpellare direttamente. Uno spazio omesso che trova una copertura tecnica, molto lontana da quella autenticamente politica che le circostanze avrebbero richiesto. Dispiace soprattutto e profondamente che, in tempi come questi, le risorse impegnate non possano andare in beneficenza ad associazioni che abbattono quotidianamente barriere fisiche e relazionali importanti, per tanti uomini e donne, jesini e non».

Nel frattempo, causa Covid, sono slittate a dopo l’estate le elezioni amministrative. Ciò significa, qualora l’esito del ricorso fosse positivo, che l’eventuale consultazione popolare si svolgerà con la fontana dei Leoni in piazza della Repubblica, essendo già partiti i lavori. Ora si attendono le contromosse del Comune.