JESI – «Virgulto spezzato, fiore appassito, resterai nei nostri cuori tra i più grandi dolori…una fine ingiusta, una vita interrotta…». Sono le toccanti parole della poetessa jesina Marinella Cimarelli a raccontare il dolore per la morte di Andreea Rabciuc, la 27enne scomparsa per 2 lunghissimi anni, i cui resti sono stati rinvenuti il 20 gennaio scorso in un casolare diroccato sulla Montecarottese.
Il Duomo di Jesi ha accolto l’abbraccio commosso di tutta la comunità alla mamma Georgeta e al padre Simone, ancora increduli di fronte al feretro coperto di rose bianche e blu, quelle che Andreea adorava.
Per due anni interminabili, mamma Georgeta – che ha gli occhi profondi e lo stesso viso delicato della sua Andreea – ha atteso notizie della sua bambina, sperando e pregando che fosse ancora viva da qualche parte. Poi, quel ritrovamento che ha spezzato ogni speranza facendola piombare in un altro incubo: quello di non sapere, ancora. Non sapere come è morta la sua unica figlia.
La cerimonia funebre è stata officiata dal vescovo della Diocesi Gerardo Rocconi e concelebrata da don Claudio Procicchiani, parroco del Duomo.
«È importante la verità, individuare le responsabilità, ma ora è il tempo delle preghiere per mettere balsamo sulle ferite, per chiedere la pace del cuore e per ricevere l’abbraccio del Signore – queste le parole con cui il vescovo don Gerardo Rocconi nella sua lunga omelia ha cercato di confortare il cuore ferito di mamma Georgeta – dopo due anni è stata ritrovata Andreea, ma quel che è stato ritrovato è qualcosa di Andreea. La nostra fede ci dice che Andreea è altrove, è nelle braccia di Dio avvolta dal suo amore. E noi siamo qui a pregare per lei, che vinta ogni inquietudine trovi pace nell’abbraccio di Dio, dove la sua giovinezza piena di luce risplende. Solo Dio lenisce la sofferenza di una madre che piange, donando alla sua creatura la vita eterna». E ancora: «Preghiamo per Andreea e la affidiamo al Signore affinchè le dia pace, gioia e vita. La nostra preghiera è un grido di vita. In questo momento in cui il Signore sparge balsamo sulle nostre ferite, Andreea vive nel ricordo di chi la ama, vive gioiosamente nelle braccia di Dio, nella pace che non ha trovato su questo mondo. Andreea – ha concluso Monsignor Rocconi – vive ora una vita per sempre nella gioia sconfinata, quella che non è possibile trovare in questa vita».
Gli amici di Andreea hanno voluto ricordare il suo sorriso, i colori e la gioia che portava con sé, con la lettura di due commoventi pensieri. L’amica di famiglia Marzia ha riletto il bel componimento che lo scrittore Alessandro Morbidelli aveva inviato per la fiaccolata della settimana scorsa, ricordando la gioia di vivere di Andreea, la sua unicità e la sua colorata fantasia. Toccante anche la “lettera dal cielo” scritta da un’altra amica, che ha immaginato l’ultimo saluto di Andreea, ora angelo del paradiso, alla sua adorata mamma e alla sua famiglia, agli amici e a quanti la amavano. «Cara mamma sono in un posto dove non è mai buio, mai freddo, ci sono tante farfalle colorate come quelle che amavo disegnare… sai mamma devo dirti un segreto: quando sono nata, Dio mi ha detto che sarei rimasta per poco tempo, il tempo necessario a conoscere una mamma meravigliosa come te. Prega per me mamma, fidati, sono sempre accanto a te e ti amo tantissimo. Tienimi nei ricordi ma ti chiedo di lasciarmi andare a trovare la pace». Nella bellissima lettera, un saluto anche ai fratelli Asia e Tommaso, all’amica Marzia e all’amico del cuore Stefano. Ma anche un pensiero commosso a Simone, quel padre che l’ha cresciuta con amore. «Sarai sempre il mio grande bomber, ti affido la mia mamma forte come la roccia ma fragile come un cristallo…».
Poi è stata la volta di Marinella Cimarelli e la sua poesia, per accarezzare il cuore devastato della madre.
All’uscita del feretro dalla chiesa, la mamma e il padre hanno lasciato simbolicamente volare in cielo dei palloncini bianchi. Poi, l’ultimo viaggio verso il cimitero, dove Andreea riposerà finalmente in pace e lontana da tutto il male che ha incontrato su questa terra.