JESI «Se la patente di antifascismo ad una Amministrazione Comunale viene data dall’adesione o meno alla pur meritoria attività dell’Istituto Cervi, significa che la quasi totalità dei Comuni italiani sono amministrati da nostalgici del ventennio». È la replica della Giunta Bacci alle polemiche seguite alla scelta di non rinnovare la quota associativa al medesimo Istituto.
«Questa – rincara la dose l’amministrazione – è la conclusione a cui porta l’analisi del Pd secondo il quale Resistenza ed Antifascismo non sarebbero congeniali all’Amministrazione di Jesi semplicemente perché la Giunta ha deciso di non rinnovare la quota associativa all’Istituto Cervi, così come a tante altre associazioni delle più disparate finalità a cui il nostro Comune era legato, senza peraltro ricevere alcun ritorno in termini di beni o servizi al territorio ed ai cittadini. In realtà la scelta ha molto senso pratico e poco senso ideologico. Molto senso pratico perché le 700 euro di quota annuale del Comune di Jesi – che certamente non scalfiscono il bilancio dell’Istituto Cervi – andranno alla Consulta della Pace, impegnata sul territorio comunale, con scarsissime risorse a disposizione, per azioni di promozione dei valori della solidarietà, della tolleranza, della democrazia, della memoria».
E ancora. «Quei valori richiamati dal Pd – evidenzia sempre la giunta – non solo sono forti ed intrisi nella cultura democratica della nostra città, ma sono stati ulteriormente valorizzati in questi ultimi cinque anni in cui si è registrato un rinnovamento culturale e generazionale attorno alle celebrazioni commemorative con una straordinaria e mai vista partecipazione di giovani alla festa del 25 Aprile e al ricordo dei martiri di Montecappone il 20 Giugno, con l’altrettanta significativa partecipazione di nuovi cittadini delle più diverse etnie alla festa della Liberazione di Jesi il 20 Luglio agli Orti Pace. Questi sono i fatti, evitiamo polemiche e strumentalizzazioni che davvero sono prive di senso».