JESI – Crisi Imr ex Caterpillar, incontro in Comune della Rsu con l’amministrazione che assicura: «Pressing sull’azienda per il mantenimento degli impegni». A fine 2024, la multinazionale brianzola che ha rilevato lo stabilimento di via Roncaglia dismesso da Caterpillar ha chiesto la proroga al 24 maggio della cassa integrazione straordinaria. E non c’è ancora stata la prevista ricollocazione lavorativa dei circa 100 lavoratori che avevano firmato per il passaggio da Caterpillar a Imr nel 2022 (oltre 200 tra indeterminati e precari quelli che erano stati coinvolti dall’annuncio di chiusura del dicembre 2021).
«Il sindaco Lorenzo Fiordelmondo ed il vice Samuele Animali – rende noto il Comune – hanno ricevuto presso la residenza municipale le RSU della IMR all’indomani della notizia della richiesta da parte dell’azienda di una proroga della cassa integrazione straordinaria fino al prossimo 24 maggio. I rappresentanti sindacali dei lavoratori hanno rappresentato la preoccupazione rispetto allo stato dell’arte, una preoccupazione che l’Amministrazione comunale ha fatto propria, esprimendo piena solidarietà e sostegno. In particolare il sindaco ha assicurato l’impegno a mantenere attiva quella filiera istituzionale verticale, affinché arrivino all’azienda tutte le sollecitazioni del caso che la portino a dare corso con sollecitudine agli impegni sottoscritti presso il Ministero dello Sviluppo Economico per rendere operativo e produttivo lo stabilimento di Jesi. Al riguardo è attiva l’interlocuzione con l’assessore regionale al lavoro, anche in vista del prossimo incontro con l’azienda».
Poco prima di Natale, Fiom Cgil aveva rilanciato l’allarme: «Grande preoccupazione della Fiom Cgil dopo l’incontro con la direzione aziendale, nei giorni scorsi. Il motivo è l’annuncio della totale messa in discussione del piano industriale previsto per lo stabilimento di Jesi. Un piano che consisteva nel trasferimento su Jesi di tutte le produzioni legate alla Lamborghini. Incertezza dunque per il futuro dei 100 lavoratori dello stabilimento».
«Quanto annunciato dall’azienda – aveva sottolineato Sara Galassi, segretaria generale Fiom Cgil Marche – determinerà conseguenze drammatiche a livello occupazionale poiché il piano di rientro dei lavoratori, definito mesi addietro, verrà totalmente disatteso. Dopo due anni e mezzo dalla firma dell’accordo sindacale, sono rientrati solo 15 lavoratori su 100. Non solo: questi 15 lavoratori lavorano 2 o 3 giorni a settimana. Questo significa che la situazione sta precipitando».
Dopo l’incontro in Regione del 7 gennaio, l’assessore al lavoro Stefano Aguzzi aveva ribadito: «È fondamentale capire se è previsto un nuovo piano industriale che garantisca il reinserimento di tutti i dipendenti, come concordato nell’accordo siglato presso il Ministero dello Sviluppo Economico». Dalla Regione, la comunicazione che «La società IMR si è presa l’impegno di concordare un incontro in presenza presso la Regione Marche per chiarire e mettere in campo le proposte per la miglior soluzione possibile di questa vertenza. L’assessore Aguzzi ha apprezzato la disponibilità dell’impresa per un confronto in tempi rapidi durante il quale chiedere tutte le garanzie necessarie delle quali poi interesserà le parti sindacali».