JESI – La prima ospite arriverà giovedì prossimo, 14 marzo. È una gattina malconcia, malata, cui manca una zampa, e che troverà casa e cure nella prima oasi felina di Jesi. Una realtà «necessaria e attesa da anni» dicono le volontarie della Associazione 4 baffi e l’assessore al benessere animale Alessandro Tesei nel presentarne l’apertura.
Il rifugio di via Spina che l’Associazione 4 baffi ha realizzato e gestisce in maniera autonoma già da qualche anno, diventa oasi felina, con dieci posti per accogliere «gatti randagi e bisognosi in particolar modo, animali che non possono essere rimessi sul territorio per varie problematiche». Dice Tesei: «È il sigillo ad un progetto che ha richiesto tempo per essere concretizzato ma che ora è realtà e va coprire una mancanza che il territorio di Jesi accusava come pure gran parte della provincia, dove non sono molte le oasi feline. Si prende atto di un problema trascurato, quello del randagismo che vede i gatti pensati ancora da molti come animali di seconda fascia che, per la loro autonomia, si immagina non abbiano bisogno di aiuti e tutela. Non è così».
L’iter attraverso il quale i gatti potranno arrivare all’oasi di via Spina dovrà seguire una procedura precisa. «Il cittadino – spiegano Claudia Casagrande e Selly Bufarini, presidente e vice dell’associazione – che vede un gatto incidentato o in difficoltà, dopo averlo messo in sicurezza deve contattare la Polizia Locale per attivare la procedura Ast, che consiste nell’arrivo di un operatore tecnico che preleverà l’animale e lo porterà al canile sanitario dove riceverà le prime cure. Sarà poi il servizio veterinario, in accordo col Comune, a contattarci per consegnarci il felino». Il contributo annuale del Comune è di 2.500 euro. «Ci auguriamo che con il tempo possa aumentare in base alle necessità».
Che non sono poche, stando a quadro e numeri riferiti dalle circa 30 persone che, su base esclusivamente volontaria, collaborano con la “4 baffi”. Nel rifugio di via Spina, l’associazione ospita attualmente 38 gatti, cui si aggiungono ora i dieci posti di oasi, «concepiti senza l’utilizzo di gabbie se non per le fasi sanitarie di cura degli animali, che troveranno spazi e dimensione adatta in cui vivere ed essere anche visti per le eventuali adozioni». Sono state 240 quelle curate negli ultimi due anni dalla “4 baffi”, secondo una procedura di pre-affido che vigila su adozioni consapevoli e in sicurezza degli animali. Sono 220, nella sola Jesi, le colonie feline riconosciute per le quali è individuato un referente.