JESI – «Accogliere la richiesta della Soprintendenza di distacco dei due edifici dell’ex convento Giuseppine e di San Nicolò, prevedendo di realizzare: al piano terra traslazione della parete dell’ex convento parallelamente alla parete della chiesa realizzando così un passaggio con un’ampiezza che va da 1,50 m fino a 3,00 m; al primo piano un distacco variabile, partendo da 1,50 m su Piazza Pergolesi, con un minimo di 30 cm dalla gronda della chiesa in mezzeria e fino a 1,65 m verso la corte interna». È la soluzione progettuale presentata per il via libera alla Soprintendenza: a proporla il condominio delle ex Giuseppine – dove i lavori di recupero sono parzialmente fermi da oltre un anno per l’intervento dell’ente di tutela – e fra i condomini lo stesso Comune di Jesi, che in qualità di proprietario di una parte dell’immobile (quella riservata ai servizi per la disabilità al centro dell’eredità Cesarini) ha dovuto concedere il benestare all’inoltro dell’ipotesi. Che ora sarà vagliata dalla Soprintendenza. A chiedere di vederci chiaro su quelle che saranno la sorte e la possibilità di godere di una reale vista del «più antico monumento della città, San Nicolò» sono l’ex sindaco Gabriele Fava e l’ingegner Massimo Belcecchi, entrambi già parte del Comitato sorto nel 2012 per la valorizzazione della chiesa medievale.
«Che ne sarà realmente di San Nicolò? Quali termini reali e motivazioni del progetto? Crediamo vadano resi pubblicamente noti presto: a Jesi non c’è bene di valori pari a San Nicolò, per secoli il primo edificio ad essere incontrato da chi arrivava in città da Roma, ancora oggi caratterizzato da quel perfetto orientamento est-ovest delle chiese antiche». Fava e Belcecchi si rivolgono: «Al sindaco Fiordelmondo, perché ci mostri e renda pubblico il progetto che coinvolge ex Giuseppine e San Nicolò, e alla Soprintendenza, perché sia estremamente rigorosa. Ciò che sarà ora di San Nicolò, sarà per sempre».
Spiegano i due: «Ci eravamo rivolti all’assessora all’urbanistica Melappioni per chiedere cosa ci fosse in programma per la revisione del progetto, ci è stato assicurato che saremmo stati tenuti al corrente ma non è stato così. Abbiamo tentato un accesso agli atti: vano quello provato tramite un consigliere di maggioranza, cui è stato detto che non avrebbe però potuto mostrare la documentazione ad altri; negato quello effettuato in qualità di presidente del Comitato e ex sindaco, a nome di Gabriele Fava, perché secondo il funzionario che ci ha risposto, non vi è “un diritto di accesso qualificato” e si chiede una integrazione che dimostri “l’esistenza di un interesse concreto e attuale all’accesso documentale”. A nostro parere è da teatro dell’assurdo».
Nella risposta alla richiesta di accesso agli atti si legge: «È in corso di approvazione una variante al piano di recupero, nella quale sarà accuratamente rappresentata la soluzione tecnica suggerita dalla Soprintendenza per risolvere l’interferenza tra il complesso dell’ex convento delle Giuseppine e la chiesa di San Nicolò. Tutta la documentazione inerente la variante sarà depositata per trenta giorni in visione presso la Segreteria Generale del Comune, come previsto dalle norme».
Sulle Giuseppine i lavori per la realizzazione di residenze private e, nella quota a tale scopo acquisita dal Comune, la casa famiglia per persone con disabilità voluta nella sua eredità da Daniela Cesarini (e ora trasferita dalla nuova amministrazione al San Martino), erano iniziati nel 2021. Prevedevano che al piano superiore Giuseppine e San Nicolò sarebbero rimasi aderenti. A fine maggio 2022 lo stop della Soprintendenza, intervento richiesto dai Carmelitani proprietari di San Nicolò alla luce della comparsa di infiltrazioni all’interno della chiesa medievale, nella parte in cui il vecchio muro delle Giuseppine addossato alla navata era stato smantellato (la ditta alle prese coi lavori ha smentito ogni responsabilità a riguardo). Respinte due volte dalla giustizia amministrativa le richieste della proprietà delle Giuseppine e della ditta di annullare la sospensione della Soprintendenza, la discussione nel merito davanti al Tar è stata fissata al 20 settembre prossimo. Ma il tribunale stesso ha «invitato le parti a ricercare una soluzione progettuale idonea a conciliare la tutela della chiesa di San Nicolò e gli interessi della proprietà»