Jesi-Fabriano

Jesi: illuminazione pubblica a led, protestano gli esperti

Lettera aperta di Archeoclub, Italia Nostra e dei due circoli culturali Astrofili e Ferrini al sindaco BAcci per sollecitare una progettazione illuminotecnica che salvaguardi la salute delle persone, elencando i rischi

Piazza della Repubblica con il teatro Pergolesi
Piazza della Repubblica con il teatro Pergolesi

JESI – No alla luce a led di colore bianco. A prendere posizione sono l’Archeoclub, Italia Nostra e i circoli culturali Astrofili e Ferrini, inviando una lettera aperta al sindaco Massimo Bacci. Immediata la replica dell’amministrazione.

«L’Amministrazione comunale – scrivono Cristina Locatelli, presidente Archeoclub d’Italia sede di Jesi, Costantina Marchegiani, presidente Italia Nostra sez. Jesi, Nazzareno Santoni, presidente circolo culturale Ferrini, Decio Spadini, presidente Associazione Jesina Astrofili, Gabriele Fava, già insegnante di fisica, iscritto Italia Nostra – ha indetto una gara per realizzare interventi di riqualificazione degli impianti di pubblica illuminazione, facendo opportunamente riferimento al decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare  n. 244 del 18/10/2017. I criteri ambientali definiti in questo documento rappresentano il livello minimo delle prestazioni ambientali da raggiungere. Ciò significa che le Amministrazioni che hanno obiettivi più ambiziosi di rispetto e protezione delle persone e dell’ambiente possono decidere di utilizzare, per tutti o per alcuni criteri, livelli più restrittivi. In particolare gli scriventi evidenziamo come tale normativa non escluda l’uso di sorgenti led che lavorino a 4000K, cioè quelle cosiddette “a luce bianca”.
Come testimoniato dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Ispra, dall’Agenzia per la Salute francese Anses, dall’American Medical Association, da vari Dipartimenti universitari italiani e stranieri, i led a luce bianca sono pericolosi per la salute umana e non solo».

I firmatari della missiva specificano anche perché: «L’elevata radianza dei led bianchi, e la loro corrispondente elevata luminanza, aumenta la probabilità di abbagliamento (consistente in una riduzione della funzionalità visiva), che può essere di due tipi: “debilitante” o “fastidioso” – affermano -. Inoltre, l’impatto sulla visione più importante da considerare è senza alcun dubbio quello legato allo spettro di emissione dei led bianchi, che ha un massimo nella componente blu del visibile. Infatti, quest’ultima caratteristica espone l’occhio a maggiore probabilità di danni nelle sue strutture, principalmente la cornea, il cristallino e la retina (“danno da luce blu”). Tra gli altri aspetti che possono interessare gli effetti sulla salute dell’uomo in relazione alla luce led bianca va considerato che l’esposizione eccessiva alla luce durante le ore notturne può provocare disturbi del sonno e della veglia e disordini metabolici. La luce led bianca interferisce inoltre con la biosintesi della melatonina, ormone fondamentale nel regolare i ritmi circadiani, ovvero l’orologio biologico interno, e l’esposizione alla luce ne sopprime o ne diminuisce la produzione. La melatonina è anche un oncostatico e di conseguenza una riduzione del suo livello nel sangue può far accelerare la crescita di alcuni tipi di tumore. Studi recenti – prosegue la lettera aperta – hanno chiarito che le alterazioni indotte da un eccesso di luminosità dell’ambiente nelle ore notturne portano a diversi effetti negativi, ad esempio sulla flora (come la riduzione della fotosintesi clorofilliana, squilibri ai processi fotosintetici delle piante e al fotoperiodismo), sulla fauna (disorientamento delle specie migratorie, alterazioni delle abitudini di vita e di caccia degli animali, disturbi alla riproduzione)».

Spiegano ancora i firmatari: «La luce prodotta dalle lampade delle armature stradali, anche se diretta unicamente verso la zona da illuminare, viene diffusa producendo un alone luminoso, che si può propagare anche a grandi distanze. Da alcuni anni, gli osservatori astronomici di tutto il mondo hanno iniziato ad osservare solo le stelle di magnitudine più elevata a causa degli impianti di illuminazione delle città che diffondono, anche al di fuori del tessuto urbano, una parte considerevole di flusso luminoso verso il cielo, rendendo di fatto meno osservabili i corpi celesti che prima si riuscivano a scorgere. I centri storici in particolare vengono offesi gravemente dalla luce dei led bianchi che annullano il colore caldo delle mura e degli edifici antichi. Le luci fredde ne rendono parziale la visione, non evidenziano i particolari architettonici dell’oggetto illuminato, ne attutiscono la fedeltà della riproduzione secondo le sue caratteristiche storiche e artistiche».

Si sollecita pertanto «una progettazione illuminotecnica che interpreti in modo restrittivo il decreto ministeriale n. 244, nonché la L.R. n. 10 del 24/07/2002 “Misure urgenti in materia di risparmio energetico contenimento dell’inquinamento luminoso”, e soprattutto tenga conto delle più recenti acquisizioni scientifiche in materia, in modo tale da salvaguardare la salute delle persone, il rispetto dell’ambiente in generale e del Centro storico in particolare. Per quanto riguarda il risparmio energetico si fa presente che esistono led a luce gialla che assicurano quasi lo stesso risultato di quelli a luce bianca».

Il sindaco Massimo Bacci, ricevuta l’istanza, ha subito rassicurato la città. «Raccolgo con favore le preoccupazioni espresse da autorevoli esponenti di primarie associazioni culturali e ambientali cittadine che hanno sicuramente maggiori conoscenze e competenze scientifiche della mia – dice -. Sono assolutamente certo che tali considerazioni nella prossima fase di progettazione saranno tenute in debito conto. Del resto, il significativo investimento per rinnovare la pubblica illuminazione cittadina nasce proprio dalla consapevolezza che Jesi intende adeguarsi alle norme attuali, a partire da quella regionale sull’inquinamento luminoso, per poi continuare con quelle nazionali ed europee. Va da sé che saranno tenute nella massima considerazione anche le raccomandazioni espresse dai principali enti sanitari e ambientali a livello mondiale. Per altro la tecnologia di oggi ci permette di scegliere il miglior colore di temperatura in funzione dei vari aspetti urbanistici ed architettonici della città, consentendo dunque variazioni di tonalità a seconda che si parli di centro storico, quartieri, zona industriale e così via. Dal momento che tale lettera aperta è stata inoltrata per conoscenza anche al direttore generale dell’Asur Marche e al direttore regionale dell’Agenzia regionale per l’ambiente – conclude Bacci – sarò curioso di conoscere i loro suggerimenti, anche per capire come si sono regolati i Comuni marchigiani che, ormai tutti, utilizzano il led per migliorare efficienza energetica e risparmio economico».