JESI – «Nessuno ha autorizzato nulla, l’unico a farlo sarà il Consiglio». Così il sindaco Lorenzo Fiordelmondo sull’impianto di trattamento rifiuti e bonifica terreni che Edison ha chiesto di realizzare alla Zipa e che sta suscitando notevoli discussioni e polemiche. Sul tema il primo cittadino ha concentrato gran parte del suo intervento nel corso dello spazio dedicato alle comunicazioni del sindaco in Consiglio comunale. Tra i punti toccati lo stato dell’arte quanto al procedimento di autorizzazione dell’impianto, il fatto che Edison sia già presente alla Zipa con un suo sito, il timore di rischi diossina legati all’eventuale prossima struttura. «Dalla documentazione prodotta – dice Fiordelmondo – quell’impianto funziona ad acqua, non c’è combustione di cui c’è bisogno per produrre diossina».
La richiesta
Edison intende realizzare una “piattaforma polifunzionale per il recupero e il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi e per la produzione di “End of Waste” (la cessazione della qualifica di rifiuto e il recupero come prodotto). Le attività di trattamento rifiuti da svolgere sono «principalmente orientate – si legge – alla decontaminazione di terreni inquinati, attraverso la tecnica del Soil Washing, alla quale sarà affiancato un trattamento chimico-fisico e biologico di rifiuti liquidi finalizzato a produrre il fluido di lavaggio, necessario al corretto funzionamento del Soil Washing». Il soil washing è una tecnica di bonifica del suolo contaminato e riguarderebbe anche le contaminazioni da amianto. Nel dettaglio si parla di potenziali 110mila tonnellate l’anno per il soil washing e 175mila per il trattamento chimico-fisico biologico. Il proponente parla di un massimo di mille tonnellate al giorno di rifiuti in entrata. Il progetto è stato, tra l’altro, motivo fortissimo di scontro nelle ultime settimane tra Fiordelmondo e il presidente di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini, contrario alla sua realizzazione.
Le parole di Fiordelmondo in Consiglio
Sul punto, il sindaco ha detto in aula: «Il 18 giugno si terrà la commissione consiliare, primo punto dal profilo più tecnico del percorso che abbiamo immaginato. Poi il passaggio pubblico con la cittàè e quello tecnico e politico in Consiglio, dove saremo chiamati a prendere decisioni che, lo sottolineo dieci volte perché all’esterno qualcuno si ostina a raccontare storie diverse, al momento nessuno ha preso».
Dice Fiordelmondo: «Abbiamo ricevuto comunicazione dell’istanza di attivazione del procedimento autorizzatorio (Paur) lo scorso 14 marzo. Il Comune è chiamato a esprimersi su conformità urbanistico edilizia e valutazione di impatto ambientale. La procedura innanzi tutto verifica la completezza della documentazione, fase conclusa l’8 aprile. Poi la pubblicazione della progettazione considerata definitiva da parte della Provincia, che non c’è ancora stata. Seguono 30 giorni per presentare osservazioni, altri 15 di pubblicazione, possono essere richieste integrazioni alla ditta che ha 180 giorni per fornirle. Altri 15 giorni e la Provincia avvia la fase di consultazione pubblica, 90 giorni. Abbiamo mesi e al momento non ci sono nemmeno pubblicazione ufficiale del progetto e data di apertura della conferenza dei servizi».
Aggiunge Fiordelmondo: «L’unico chiamato a autorizzare sarà il Consiglio, non il sindaco né la Giunta. I consiglieri saranno nella possibilità di decidere se questo impianto, alla luce di tutto quello che verificheremo, avrà convinto oppure no».
Infine «Edison sul territorio c’è già e ha disposizione più di trenta mezzi coi quali ogni giorno lavora e sposta e trasporta materiali vari, tra i qualche anche rifiuti. So che sta partendo una campagna strumentale sulla possibile presenza di diossina, dalla documentazione prodotta quell’impianto funziona ad acqua, non c’è combustione di cui c’è bisogno per produrre diossina. Tutte cose che verificheremo e approfondiremo, nella conferenza di servizi ci saranno istituti di natura pubblica come Arpam che faranno tutte le analisi del caso. Quello che non consentiremo è che qualcuno immetta dentro questo territorio allarmi ingiustificati. Siamo chiamati, nel momento in cui qualcuno produce un’istanza, all’esame e a decisioni che ci competono, all’interno di questo percorso non daremo spazio a strumentalizzazioni di sorta».