Jesi-Fabriano

Jesi, Imr ex Caterpillar: la vertenza incontra il territorio. «Azienda denunciata, comportamento indecente»

Dopo la revisione del piano industriale e l'annuncio dei licenziamenti, sindaci e rappresentanti dei Comuni riuniti con lavoratori e sindacati. Galassi, Fiom Cgil: «Denuncia per comportamento antisindacale». Imperiale, Fim Cisl: «Tre anni di promesse disattese»

Jesi, Imr ex Caterpillar: la vertenza incontra il territorio. L'aula consiliare
Jesi, Imr ex Caterpillar: la vertenza incontra il territorio

JESI – «Inaccettabile il comportamento di Imr. Nella cultura democratica di questo territorio, il lavoro, le lavoratrici e i lavoratori, i sindacati, si rispettano». Lo ha detto il sindaco Lorenzo Fiordelmondo, presenti nell’aula consiliare del Comune di Jesi le rappresentanze sindacali e dei lavoratori della Imr ex Caterpillar e presenti, con fasce tricolori, sindaci e assessori dei Comuni di Monte Roberto, Cupramontana, Mergo, Chiaravalle, Monte San Vito, Camerata Picena, Monsano, Santa Maria Nuova, Agugliano. Tutti stretti attorno alla vertenza che ha visto la multinazionale brianzola, acquirente del sito ex Caterpillar di via Roncaglia, non solo comunicare una revisione del proprio piano industriale che riduce drasticamente le previsioni occupazionali ma addirittura anticipare al 2 aprile, rispetto al prossimo confronto coi sindacati già fissato per il 10, la comunicazione di ben 20 licenziamenti.

Jesi, Imr ex Caterpillar: la vertenza incontra il territorio. I rappresentanti dei Comuni
Jesi, Imr ex Caterpillar: la vertenza incontra il territorio. I rappresentanti dei Comuni

«Drammatico e indecente» nella definizione data dalla segretaria regionale Fiom Cgil Sara Galassi, che dice: «Il piano di re-industrializzazione che era stato firmato al Mise nel 2022, e che prevedeva il rientro di tutti i lavoratori e addirittura nuove assunzioni, va rispettato per quello che era. Ci muoveremo su tutti i fronti, sindacali, politici e legali: denunciata l’azienda per comportamento antisindacale, dato il mancato rispetto degli accordi. La mobilitazione sarà costante, quello che è stato firmato, Imr o non Imr, non si cancella. L’incontro del 10 aprile ci sarà comunque, poi riferiremo ai lavoratori in assemblea». Appuntamento al quale i sindacati invitano le stesse istituzioni del territorio a presenziare. «Imr – ha ricordato Galassi – avrebbe dovuto nell’arco di un anno e mezzo non solo far rientrare tutti i lavori ma assumerne di ulteriori. Dopo tre anni, in cui a lavorare sono in 10-15 e non tutti i giorni e in cui l’azienda ha fatto ricorso ai soldi pubblici della cassa integrazione, prima comunica gli esuberi e poi, a sangue freddo, con una Pec, dà il via alle procedure di licenziamento. Una assurda mobilità per lavoratori che al lavoro non sono mai rientrati». Dice Luigi Imperiale, Fim Cisl: «Tre anni di promesse disattese e ora ci troviamo di fronte all’ennesimo voltafaccia. Imr ha più volte cambiato il piano industriale e le carte in tavola, un comportamento arrogante e irrispettoso». La richiesta comune a tutti è di «riportare la vertenza al Ministero, dove sono stati firmati gli impegni non rispettati».

Ricorda Davide Fiordelmondo, della Rsu: «Imr utilizza come scusa la crisi dell’automotive, che però per il caso non vale: da noi avrebbero dovuto portare lavorazioni per il settore lusso della Lamborghini che non sconta certe difficoltà mentre, in origine, l’azienda aveva parlato di spostare su Jesi dalla Polonia produzioni per la Volkswagen che, però, non le avrebbe poi dato il via libera al trasferimento. A dimostrazione della leggerezza di certi comportamenti». Diego Capomagi, Fiom Cgil, evidenzia: «Il piano Imr ad oggi si è retto sui soldi dei lavoratori e sui soldi pubblici della cassa integrazione. Coi lavoratori che, in diversi casi, hanno dovuto fare ricorso ai propri Tfr anticipati per fare quadrare i conti in casa, date le entrate ridotte».

Cristina Amicucci, sindaca di Chiaravalle: «Siamo al vostro fianco, questo territorio negli anni ha perso tantissimo, penso alla nostra Manifattura, e non possiamo permetterci di perdere ancora altro. Occorre il rispetto degli accordi».