JESI – C’è un muro, in città, che racconta una delle vicende più tragiche della città. Si trova in via Mannori. In quel luogo, nel 1944, vennero fucilati i partigiani Armando Magnani e Primo Panti. Si vedono ancora i fori dei proiettili, ma la parete ha bisogno urgente di un considerevole restyling. A richiederlo con forza è Jesi in Comune, anche alla luce della volontà dell’assessorato alla cultura di recuperare la scritta di una frase di Mussolini negli uffici dell’Anagrafe.
«Muri e muri: quando la storia è un’opinione – tuona il movimento di opposizione -. All’anagrafe sarà ristrutturata la scritta a firma Mussolini rinvenuta nel muro di uno degli uffici. Lo ha ribadito il vicesindaco Luca Butini su richiesta della consigliera Chiara Cercaci, preoccupata perché va bene che le priorità a Jesi sono altre ma quando ricapita di trovare un’amministrazione che sostiene un restauro del genere? E allora la Cercaci ci riprova, dopo lo sventolio con l’immagine della repubblica di Salò, ora la ritenta con la scritta del duce. In fin dei conti è ancora in consiglio comunale: sta all’opposizione ma vota con la maggioranza, dettagli di questi tempi. Tornando al muro in questione, Butini spiega che va preservato perché “fa parte della nostra storia”, perché “è una testimonianza storica”. Ci piacerebbe allora che la stessa considerazione venga riservata a un altro muro, quello di via Mannori (ex via delle Orfane), bivio con via XX Settembre, dove nel febbraio del 1944 furono fucilati i partigiani Armando Magnani e Primo Panti. Il periodo storico è quello, non ci sono firme illustri ma buchi di proiettili ancora ben visibili. C’è un progetto degli studenti del Liceo Artistico, più volte da più parti ne è stata chiesta la sistemazione, c’è addirittura una mozione votata da tutto il consiglio Comunale. Però da questa orecchia la Giunta sembra non volerci sentire, oppure ritiene che il muro con la scritta del duce vada preservato mentre quello con la targa che ricorda il sacrificio dei partigiani no».
Relativamente alla frase di Mussolini dell’Anagrafe, invece, l’amministrazione ha rimarcato la volontà di recuperarla, senza tuttavia indicare i tempi.