JESI – Un corteo di circa 150 persone ha preso parte oggi pomeriggio, sabato 26 agosto, alla manifestazione “contro tutti i terrorismi” organizzata dalla comunità islamica di Jesi.
Dall’Arco Clementino il corteo è arrivato in Piazza della Repubblica, presente il coordinatore del Centro Culturale Al Huda di via Erbarella, Wahbi Youssef, il vice sindaco Luca Butini, consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, la Consulta per la Pace di Jesi, l’Avis, l’Anpi, il vescovo Gerardo Rocconi, rappresentanti della comunità albanese islamica di Chiaravalle e Castelferretti, la comunità islamica di Macerata, di Fabriano e la comunità del Bangladesh.
«Abbiamo sentito il dovere di organizzare questo evento. Con dolore ed angoscia apprendiamo le notizie di eventi terroristici – ha detto Wahbi Youssef ricordando Bruno Gullotta, una delle vittime dell’attentato a Barcellona – di tutti gli attentati compreso quello del Burkina Faso di cui nessuno parla (venti morti una manciata di giorni fa a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ndr). Dietro a queste azioni ci sono criminali vigliacchi che non guardano in faccia nessuno: non hanno valori, non hanno morale e non sono associabili all’Islam. Jesi è la mia città e voglio proteggerla. Il nostro Centro è aperto a tutti, lasciate perdere quello che sentite, venire a conoscerci».
Accanto a lui il vice sindaco Luca Butini: «Quando accadono questi fatti sconvolgenti mettiamo in moto dei meccanismi per affrontarli: una comunità non può far finta che non sia accaduto nulla ma è dagli errori che bisogna imparare per costruire un futuro migliore; per questo aderiamo alla manifestazione. Dobbiamo creare gli strumenti per evitare che barbare ideologie si insinuino anche nella nostra realtà».
Il vescovo Gerardo Rocconi ha ringraziato la comunità islamica per aver preso posizione netta contro i terrorismi: «Non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio. Tutte le volte che si manca di rispetto alla vita si pongono le basi per il terrorismo». Quindi il coordinatore della Consulta per la Pace di Jesi, Paolo Gubbi: «Se viviamo nella paura e nel pregiudizio non avremo futuro, eventi come questo sono utili e dovuti».