Jesi-Fabriano

Jesi, incentivi ai dipendenti che recuperano l’Ici non pagata

Il 10% di quanto recuperato nel 2018 sarà destinato al potenziamento dell'ufficio tributi e quale incentivo per il lavoro svolto dai tecnici di piazza Indipendenza

L'atrio del comune di Jesi
L'atrio del comune di Jesi

JESI – Dipendenti comunali premiati per l’attività di recupero dell’Ici. La giunta Bacci ha stabilito la somma da destinare ai lavoratori in percentuale rispetto a quanto recuperato nel 2018, vale a dire circa 60 mila euro. Si è deciso di versare il 10% della cifra che il Comune è riuscito a ottenere quale incentivo per il lavoro effettuato dai tecnici di piazza Indipendenza.

I 6 mila euro, più o meno, saranno pertanto destinati al potenziamento dell’ufficio tributi attraverso un riconoscimento di un incentivo al personale che ha svolto o contribuito a
svolgere l’attività di accertamento necessaria al citato recupero. L’attività di controllo ed accertamento nel corso del 2018 – che ha riguardato le annualità a partire dal 2012 – ha fatto complessivamente emergere un milione e 609 mila euro di crediti o maggiori entrate per il Comune di Jesi. Si tratta di una somma nettamente in crescita rispetto all’anno precedente, quando l’accertamento era arrivato a circa un milione e 200 mila euro.

L’attività di recupero delle somme non versate dai contribuenti è suddivisa tra i tributi Imu, Tasi e Tari (quelli gestiti direttamente dal Comune, che portano il maggior gettito nelle casse dell’Ente) ed i tributi “minori” affidati in gestione al concessionario Abaco (tassa di occupazione suolo pubblico, imposta sulla pubblicità e diritti per le pubbliche affissioni).

Per quanto riguarda l’Imu (Imposta municipale propria) ed anche la Tasi (Tassa sui servizi indivisibili), l’esito dei controlli effettuati ha prodotto circa 2.100 provvedimenti, per un importo complessivo, al netto degli atti successivamente annullati e di quelli relativi ad imprese fallite, di circa un milione e 405 mila euro di imposte non versate, sanzioni ed interessi (erano circa mille i provvedimenti per 923 mila euro l’anno precedente). I suddetti controlli hanno riguardato, tra le altre cose, anche i tardivi, omessi od irregolari accatastamenti di impianti fotovoltaici destinatari di incentivi pubblici, procedendo a recuperare l’Imu o la Tasi ancora dovute, dopo aver richiesto eventualmente ai possessori il corretto accatastamento dell’impianto.