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Jesi, incontro con la polizia per le classi del Cuppari: “Bullismo, cyberbullismo, alcol e droga: il coraggio di dire NO”

La Polizia di Stato di Jesi ha incontrato parte degli studenti delle classi prime dell’Istituto di istruzione superiore Cuppari, diretto dal dirigente scolastico professor Alfio Albani

L'incontro con le classi del Cuppari
L'incontro con le classi del Cuppari

JESI – Nella giornata odierna del 5 dicembre, nell’ambito del progetto di legalità per l’anno 2024/2025 denominato “Educhiamo insieme alla Legalità”, voluto dal Questore di Ancona d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, la Polizia di Stato di Jesi ha incontrato parte degli studenti delle classi prime dell’Istituto di istruzione superiore Cuppari, diretto dal dirigente scolastico Prof. Alfio Albani.

La tematica affrontata ha avuto quale titolo: Bullismo, cyberbullismo, alcol e droga: il coraggio di dire NO ”.

«L’identità dell’adolescente – afferma la nota delle forze dell’ordine – è mutata negli ultimi decenni con l’avvento della società dei consumi, della cultura dei media. Oggi l’adolescente vive una fase più inquieta, più carica di tensioni e di rischi, di malessere, di disagio espresso in tutte le forme, nel vivere le esperienze al limite (sfide coi motorini, assunzione di alcol , droga, violenza gratuita) con un rifiuto netto di tutto ciò che è regola. La causa del disagio , va cercata nel senso di smarrimento, vuoto, solitudine , nella mancanza di modelli sani di riferimento, mentre abbondano, purtroppo, quelli negativi. I giovani hanno paura di soffrire, ed è per questo che ricorrono all’anestesia del loro dolore indossando le vesti della persona aggressiva, menefreghista. Tale condotta si manifesta soprattutto a scuola dove ad esser preso di mira è il timido di turno o magari lo studente etichettato come secchione, o il più sensibile vittima di atti di bullismo che costituiscono veri e propri reati come estorsioni, aggressioni fisiche, furti che provocano soprattutto un danno esistenziale alla persona, alla riservatezza».

«Spesso, si parla di cyber bullismo perché tramite sms o filmati video , o foto si ricatta e diffama la vittima. Mentre nel bullismo spesso bullo e vittima si conoscono, abitano nella stessa città, frequentano gli stessi ambienti, nel cyberbullismo ad interagire possono essere anche estranei, che nulla conoscono gli uni degli altri , se non i rispettivi nomi utente, avatar, immagini di profilo. La vicenda del giovane Andrea che indossava i pantaloni rosa, la cui storia ha ispirato il film tuttora nelle sale cinematografiche italiane, e che si è suicidato perché ferito dalla cattiveria dei compagni, del “branco”, costituisce un esempio che non ha bisogno di commenti. Occorre un recupero di legalità, di moralità, il coraggio di andare contro corrente e non nella “direzione imposta” dal branco, un ripristino dei valori fondanti della vita di ciascuno, quali l’onestà, la libertà, la democrazia, pietre angolari della Costituzione. Occorre una ribellione positiva che faccia diventare tutti dei cittadini attivi, capaci di creare, di trasformare in meglio la società, di reagire alle ingiustizie, di intrattenere relazioni sane con gli altri nel rispetto della diversità, ritornando ai principi basilari della carta costituzionale, specie quelli della libertà e dell’uguaglianza . Il Dipartimento di PS ha avviato un servizio tramite App denominata YOU-POL scaricabile gratuitamente su sistemi IOS e Android, che consente la segnalazione di episodi di bullismo e uso personale/spaccio di droga. Il Dirigente del Commissariato ,Vice Questore Paolo Arena infine, ha commentato con i giovani studenti la proiezione di un cortometraggio sul bullismo: Bulli non si nasce, lo si diventa su comando di altri compagni che sono a loro volta estremamente fragili e cercano di mascherare tale loro vulnerabilità, assumendo gli atteggiamenti e le condotte da bulli. Per questo è tempo di cambiare , di trovare il coraggio di dire NO, di scegliere da che parte stare, di ragionare con la propria testa, di coltivare veri ideali senza paura. Alla fine, il ricordo di Andrea Spezzacatena: mentre sullo schermo scorrevano le immagini del giovane studente, il Dirigente del Commissariato e tutti gli studenti e docenti presenti si univano idealmente attorno a lui in un unico abbraccio».

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