JESI – Rinnovata anche quest’anno la collaborazione tra l’Istituto Cuppari, il Gus Emergenza Prefettura Jesi e la Polisportiva Akapawa che prevede triangolari di calcetto, giochi di ruolo e musica nell’ambito di “Sport senza confini”. Studenti e rifugiati del Gus si incontrano nella Palestra Filonzi per un torneo con tre squadre molto particolare perché la formazione in sosta fornisce ogni cinque minuti giocatori freschi alle altre due. Lo scorso anno la palestra era gremita di spettatori per questo evento unico, conclusosi con la premiazioni dei giocatori.
Tra le iniziative anche dei giochi di ruolo: agli studenti viene chiesto di preparare uno zaino come se dovessero per sempre lasciare la loro casa, si mettono in scena delle perquisizioni sulla falsa riga di quelle che vengono fatte alle frontiere e si apre la discussione. «Spesso i ragazzi sono sconcertati da queste storie – racconta Fabrizio Fulginei coordinatore attività sportive del Gus – Sono molto interessati dalle storie dei rifugiati, ascoltano queste realtà e ne fanno tesoro. A volte ammettono di saperne davvero poche sull’immigrazione e in particolare su questo flusso migratorio che sta caratterizzando la nostra epoca». Quest’anno il progetto si è esteso alla musica con un laboratorio di “body percussion”: i ragazzi, studenti del Cuppari e rifugiati del Gus, scelgono uno strumento e se lo costruiscono con materiali di riciclo.
La bellezza dell’iniziativa sta nel fatto che ognuno porta la sua sonorità, il suo senso del ritmo. Il risultato lascia esterrefatti: nel giro di un paio d’ore riescono a mettere in piedi un orchestra degna di questo nome, con strumenti unici e una musicalità che è il frutto della condivisione tra persone di nazionalità diversa. Al razzismo, alle frasi fatte di odio, rispondono divertendosi a suon di musica, la loro musica.