JESI – Italia Viva “sbarca” anche a Jesi. Dopo la costituzione ufficiale del gruppo in consiglio regionale, con il passaggio dei consiglieri Urbinati e Talè al partito fondato da Matteo Renzi, la compagine dell’ex premier inizia a prendere forma pure in città. Coordinatrice del nuovo soggetto politico è Silvia Rosati, ex Pd. Con lei, altri esponenti democrat, come Matteo Bitti, Marco Cesarini ed Ernestro Caprari, ma non solo. Adesioni, infatti, anche dalla società civile. Prossimi appuntamenti, un’iniziativa a fine mese con il deputato Luciano Nobili, per formalizzare pubblicamente la nascita del gruppo locale, e un evento sulle tematiche ambientali a dicembre.
«La nascita di Italia Viva è legata alla forte voglia di cambiamento e all’esigenza di riprendere un po’ di iniziativa politica anche nella nostra città – spiega Silvia Rosati -. Nel Partito Democratico era sempre più difficile poterlo fare, quindi si è deciso di tentare questa strada. Tante le novità in questo nuovo soggetto politico, prima fra tutti la rappresentanza uomo-donna per ogni ruolo. Vi è infatti una forte componente femminile. Nonché molti giovani. Intendiamo rilanciare le tematiche legate all’ambiente e alla crescita economica. Sentivamo la necessità di avviare tale percorso anche qui nella nostra città. Avevamo già il comitato di azione civile Crescita Jesi, che ha raccolto firme per lo Ius Culturae e condotto altre battaglie a salvaguardia dei diritti civili. Ora siamo Italia Viva».
Un commento anche sull’operato del governo. «Evitare rischi per le aziende di trasporto: la bozza della manovra di Bilancio 2020 ora in discussione va rivista, per permettere al settore di mantenere la capacità di investimento e di rinnovo del parco mezzi circolante – sottolinea Italia Viva -. Tanto più in regioni come le Marche, che non hanno sostenuto interventi di finanziamento adeguati a tale scopo, una tassa del genere avrebbe l’unico effetto di aumentare il divario tra chi può investire in sostenibilità e chi invece non non ce la fa. Occorre invece dare incentivi perché le imprese possano investire in soluzioni più sostenibili per l’ambiente. In particolare, come comitato di Jesi, segnaliamo come la bozza della manovra prevede che siano eliminate dal 2020 le agevolazioni sul gasolio commerciale per l’autotrasporto per i mezzi fino a EURO 3. Considerando che il parco rotabile italiano è per circa il 50% di categoria Euro 3, una misura di questo tipo non aiuta le aziende a fare scelte a minor impatto ambientale, ma è anzi un aggravio che le mette ulteriormente in difficoltà: è praticamente impossibile sostituire la metà del parco rotabile, generando nel contempo un obbligo ad investimenti enormi. Così si riduce solo drasticamente la possibilità di investimento per altre finalità strategiche per le aziende del settore autotrasporto. È certamente un obiettivo prioritario avere un paese più green, tema centrale anche per Italia Viva».
Il partito di Renzi pensa pertanto che «non sia utile al raggiungimento dell’obiettivo mettere nuove tasse, quanto piuttosto sostenere ed incentivare le aziende a fare scelte nell’ottica della sostenibilità ambientale e della crescita economica. Pur valutando positivamente la manovra nel suo complesso, crediamo si possano e si debbano fare ulteriori sforzi nei lavori parlamentari, intervenendo su alcune misure che, se lasciate come ora proposte, rischierebbero di aumentare il carico fiscale sulle aziende e rappresentare un ostacolo per la crescita e lo sviluppo economico. Riteniamo positiva la gran parte delle misure contenute nella manovra, quali il taglio del cuneo fiscale per aumentare gli stipendi dei lavoratori dipendenti, il rifinanziamento di industria 4.0, le risorse messe a disposizione della sanità pubblica e a vantaggio delle famiglie. Sicuramente l’obiettivo più importante raggiunto è stato aver evitato l’aumento dell’Iva, devastante per tutti i cittadini. Queste misure vanno tutte nella giusta direzione di sostenere la crescita e rimettere in moto l’economia del Paese. Auspichiamo che nell’ambito della discussione della Legge di Bilancio in Parlamento questa misura possa essere rivista e corretta».