JESI – Continua a far discutere la chiusura di Arcafelice, la società agricola comunale con fattoria didattica.
«Nel corso dell’ultimo consiglio – si legge in una nota di Jesiamo e Jesinsieme – sono stati destinati circa 400mila euro a copertura della chiusura della Soc. Arca Felice. Un’annosa e vecchia questione di cui ancora oggi si pagano le conseguenze». Non ci sta il consigliere di Jesi in Comune, Samuele Animali che precisa: «I bilanci di Arcafelice sono pubblici. Per dirla come il Sindaco: andate a studiare. I 400mila euro, come precisato dal dirigente Della Bella in apposita commissione, sono il totale delle perdite accumulate a causa di Arcafelice. Nessuna perdita milionaria come invece aveva detto il Sindaco Bacci, anzi: Arcafelice chiude in attivo per circa 70mila euro. Nella liquidazione, che ha fruttato i 70mila, il socio unico e cioè il Comune, ha avuto un recupero crediti per circa 30mila euro».
I gruppi di maggioranza puntano il dito contro «una “distratta” gestione delle passate amministrazioni», che secondo il consigliere di Jesi in Comune è imputabile sia al Pd che alla prima Giunta Bacci: «Dopo una fase di attivo, Arcafelice ogni anno perde dai 30 ai 50mila euro fino ad arrivare ai 400mila. Parte delle perdite sono dovute al pagamento della contabilità al Comune, per circa 15mila euro all’anno, e per pagare il commercialista. Altro motivo della perdita è un’anomalia: la società paga complessivamente 30mila euro un amministratore e un direttore tecnico. Il primo tra l’altro, chiede un abbassamento del compenso perché percepiva troppo. Queste scelte sono state fatte dal Pd ma mantenute da Bacci». Altro aspetto della vicenda è relativo alla vendita dei terreni: «I terreni non sono di Arcafelice ma del Comune che quando fonda Progetto Jesi gli conferisce dei beni per garantire i mutui – specifica Animali – Tra questi Villa Borgognoni e i terreni di Arcafelice. Con la crisi del mercato immobiliare, Progetto Jesi si trova a dover vendere i terreni agricoli, smantellando l’azienda agricola che senza terreni non produce più. Insomma Arcafelice è stato un inciampo per Progetto Jesi: aggiustando la gestione non perdeva molto e le mense scolastiche avevano carne biologica, si allevavano bovini di razza marchigiana e i centri estivi in fattoria».
Il confronto prosegue su Villa Borgognoni: per Jesiamo e Jesiinsieme «È difficile accettare dalla minoranza gli inviti a migliorare la programmazione della stagione estiva della città, rispondere a domande sulla pianificazione del turismo o su come non sia possibile destinare contributi comunali per la riapertura dell’Ostello di Villa Borgognoni. Poche risorse disponibili e da utilizzare, una possibilità tolta nel passato alla comunità da chi ha ridotto all’osso il bilancio». Lapidario, Animali commenta: «Su Villa Borgognoni la chiarezza è essenziale: vogliamo fare un ostello a Jesi o no? Non si capisce perché fare i lavori adesso per gli uffici e rifarli tra chissà quanti anni per l’ostello, a meno che la struttura ricettiva non si voglia fare e non si vuole dire».