Jesi-Fabriano

Jesi, la Sicilia conquista Villa Borgognoni

Carmine Iovine presenta "L'isola di Macondo": le isole Egadi protagoniste del romanzo che racconta contraddizioni e difficoltà di una terra circondata dal mare, lasciando però che il lettore se ne innamori

La presentazione del libro a Villa Borgognoni
La presentazione del libro a Villa Borgognoni

JESI – In una serata densa di appuntamenti per la città di Jesi, ha spiccato a Villa Borgognoni la presentazione del libro “L’isola di Macondo”, con la partecipazione del suo autore Carmine Iovine.

Organizzato dal presidio Libera di Jesi, l’incontro è stato l’occasione per raccontare un pezzetto di Sicilia e delle sue battaglie. «Le vicende narrate coprono l’arco temporale di un anno (da estate a estate) e sono popolate da personaggi così ben caratterizzati che difficilmente il lettore potrà dimenticarli – spiega Eleonora Nagliati referente del presidio jesino di Libera, intitolato alla memoria della vittima innocente di mafia Giuseppe Russo Luzza – L’arcipelago delle isole Egadi, con Favignana in testa, è il protagonista del libro: in esso l’autore ha ambientato una serie di episodi al tempo presente, di vita più o meno quotidiana, che delineano in maniera fedele gli usi e i costumi non solo delle tre isole maggiori (Favignana, Marettimo e Levanzo) ma anche della città di Trapani».

Carmine Iovine si è cimentato nell’arduo compito di riuscire a trasmettere a chi legge la sensazione di essere nel libro. «E ce l’ha fatta – continua Nagliati – “L’isola di Macondo” è un caleidoscopio multisensoriale della bellissima Favignana e di tutti i suoi ambienti, dalla terraferma agli scogli marini fino alle profondità subacquee, senza tralasciare la ricca biodiversità che la abita. Il lettore si trova in mano un volume che è al tempo stesso un avvincente romanzo, una guida turistica per un viaggio sostenibile e consapevole e un dizionario di quei luoghi, con nozioni di storia antica e contemporanea, usi e costumi popolari, biologia, botanica, politica, giurisprudenza, storia della mafia. Emerge così il ritratto di una comunità molto unita e dal forte senso civico, in lotta perenne per difendere il proprio territorio dalle speculazioni edilizie e dai disastri ambientali; che dimostra una grande solidarietà e inclusione sociale non solo nei confronti degli isolani stessi, ma anche verso chi è socialmente svantaggiato (stranieri, migranti e carcerati); fatta di uomini con un profondo rispetto per la natura e per la vita che li circonda».

Le Egadi non mancano certo di contraddizioni e difficoltà: «Un territorio assoggettato al silenzioso potere della piovra mafiosa, con i suoi tentacoli che giungono ovunque, e del quale però i suoi abitanti sembrano non rendersi conto; il pensiero di allontanarsi da quella terra per cercare in un posto diverso una vita migliore; i problemi quotidiani che incontra chiunque voglia svolgere il proprio lavoro in maniera pulita, onesta e dignitosa. Nonostante questo, “L’isola di Macondo” non è una lettura negativa: al contrario, lascia in chi legge un senso di ottimismo, speranza e fiducia nel futuro. E una grande voglia di partire, per toccare con mano la bellezza delle Egadi».