JESI – Teatro Moriconi, al via nell’arco di questo mese di novembre i lavori per la riapertura, attesa dal 2018. Lo ha riferito il sindaco Lorenzo Fiordelmondo: «A novembre dovrebbe aprire il cantiere dei lavori sul Teatro Moriconi. Rispettando i tempi previsti, al termine della prossima estate potrebbe di nuovo essere messo a disposizione della città, dell’amministrazione e della Fondazione Pergolesi uno spazio che riteniamo capace di implementare l’offerta culturale». Affidato l’appalto per adeguare alle norme un contenitore chiuso da 4 anni. In previsione lavori di adeguamento alle norme di prevenzione incendi e adeguamento agli standard di sicurezza per un ammontare di 428mila euro. Le risorse derivano dal residuo del lascito testamentario di Cassio Morosetti.
Il progetto ha tenuto conto delle indicazioni della Fondazione Pergolesi Spontini, che poi gestirà il teatro: sala spettacoli, sala prove e, grazie a ulteriori interventi di ottimizzazione acustica e impianto di video proiezione, altre finalità. L’ambizione è di farlo diventare «una innovativa Casa della Musica, spazio poliedrico e multifunzionale» è stato spiegato. La progettazione ha tenuto conto anche dei pareri della Soprintendenza. La riapertura del complesso prevede che se ne amplino le modalità di fruizione: non più solo opera, musica da camera, prosa, teatro ragazzi, danza e teatro contemporaneo ma anche altre sonorità che richiedono opportuna amplificazione, teatro di ricerca, sede di “residenze creative” e produzione di compagnie teatrali, luogo per proiezioni cinematografiche.
Nei mesi scorsi sul teatro di piazza Federico II sono stati eseguiti saggi e prove per migliorarne l’acustica. «Il Moriconi- ha spiegato la Fondazione Pergolesi Spontini- corrisponde acusticamente ai canoni dell’architettura ecclesiastica del ‘700, quella appunto dell’antica Chiesa di San Floriano a pianta centrale ellittica. Allo stato attuale esiste un riverbero molto importante, coerente con le funzioni liturgiche per le quali lo spazio è stato progettato ma, al contrario, fastidioso e di ostacolo alle funzioni “teatrali” a cui lo spazio sarà nuovamente destinato».