JESI – Troppe parole straniere, inglesi in particolare, negli atti amministrativi. Tre consiglieri comunali non sono d’accordo e formalizzano una mozione per limitare l’utilizzo di terminologie non italiane, a meno che siano indispensabili per la comprensione del testo.
Giancarlo Catani, Gianna Pierantonelli e Katia Montalbini sono i tre esponenti di maggioranza che hanno presentato una mozione, da discutere mettere al voto il prossimo 4 febbraio in consiglio comunale, per invitare l’amministrazione a usare maggiormente l’italiano. «Ultimamente spiegano -, nel nostro Paese e nella nostra città vengono utilizzati, in modo sempre più frequente, termini e parole in lingua straniera ed in particolare in lingua inglese. Tale uso, talvolta opportuno e necessario per la oggettiva migliore comprensione degli argomenti trattati o per la specificità delle materie, supportati da una sempre maggiore conoscenza nella società delle lingue straniere, risulta, altre volte, eccessivo ed inutile in quanto, è noto che, la nostra lingua italiana è già sufficientemente ricca e completa per esprimere compiutamente concetti, idee e decisioni. Peraltro, l’uso e, spesso, l’abuso delle lingue straniere, crea oggettive difficoltà per la comprensione tra le generazioni meno giovani».
A tale proposito, quindi, i tre consiglieri comunali delle forze di governo invitano l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Massimo Bacci «a disporre che, nella redazione degli atti amministrativi, nei provvedimenti comunali, di qualsiasi ordine e grado, l’utilizzo delle lingue straniere ed in particolare la lingua inglese, pur legittimo, sia espressamente limitato ai casi di maggiore opportunità e necessità alla comprensione e che, comunque, si accompagni dalla traduzione in lingua italiana».